Nella categoria dei vitigni a bacca nera, negli ultimi anni è stato rivalutato il Syrah, una vite internazionale, coltivata in Francia anche se la sua origine sembra risalire all’antica Persia. Si tratta di un vitigno che si adatta con molta facilità a diversi terreni e proprio per questo motivo si è diffuso in molte parti del mondo.
Origine del nome e storia del vitigno
Sia sul nome che sulla storia di questo vitigno non si hanno molte certezze. Secondo alcuni la terra originaria si troverebbe in alcune valli caucasiche mentre secondo altri studiosi sarebbe un vitigno tipico della valle del Rodano, dalla quale poi si sarebbe rapidamente diffuso. Le prime testimonianze risalgono alla prima metà del 1200 quando, in seguito alle crociate, i primi vitigni furono trasportati da Cipro alla valle del Rodano; sono invece del 1800 i primi riscontri in Italia con alcuni vitigni presenti nel mantovano, in Sicilia e Toscana. Circa il nome, la cui definizione è relativamente recente, dovrebbe con molta probabilità risalire all’antica città persiana di Shiraz o al territorio siracusano. In precedenza, il vitigno veniva identificato con il nome Serine o Serene mentre, invece, con il termine Shiraz viene chiamato in Sudafrica e Australia.
Zone di coltivazione e denominazioni
Il vitigno Syrah, come detto, si adatta con relativa facilità ai diversi tipi di terreno e alle condizioni climatiche e allo stesso tempo si caratterizza per essere molto robusto e vigoroso. Proprio per questo in Italia, ha conosciuto una diffusione notevole in diverse regioni tra le quali dobbiamo ricordare la Sicilia, la Toscana, l’Abruzzo e il Piemonte dove si trovano le rese migliori e le uve maggiormente prelibate.
Per quanto riguarda le denominazioni, quasi tutti i vini siciliani e toscani hanno ottenuto il riconoscimento DOC, grazie alla produzione di vini come il Terre di Pisa, il Val d’Arno di Sopra o il Bolgheri. Meritevoli di attenzione sono anche le denominazioni IGT dei vini abbruzzesi e pugliesi quali il Colli Aprutini, il Daunia e il Tarantino.
Caratteristiche ampelografiche del vitigno
Il vitigno Syrah presenta delle caratteristiche ampelografiche particolari che permettono di identificarlo con relativa certezza e facilità. La prima cosa da studiare è sicuramente la foglia che si presenta di media grandezza, di forma pentagonale, trilobata o pentalobata, di un marcato colore verde. Il grappolo, invece, presenta una media compatezza, a tratti spargolo, con una forma generalmente cilindrica e può non presentare ali o al massimo averne una. Infine, per quanto riguarda gli acini, hanno una grandezza medio-piccola, una forma ovoidale, una buccia poco consistente e pruinosa, con un colore tendente al blu-nero.
Caratteristiche degustative del vino
Le uve Syrah, se vengono vinificate in purezza, permettono di avere delle caratteristiche ben precise che permettono di riconoscere il vino Syrah con relativa facilità. Il vino si presenta innanzitutto di colore rosso rubino intenso, richiamando il granata man mano che invecchia. All’olfatto, invece, ha un bouquet che si caratterizza per sentori di cioccolato e pepe nero, aromi che difficilmente si riscontrano in un altro vino; non mancano altri richiami aromatici come mirtilli, frutti di bosco, ribes, spezie, tabacco, liquirizia e rabarbaro. Al palato appare di buon corpo, avvolgente, decisamente tannico con richiami di prugna.
Abbinamenti tipici consigliati
In virtù della sua struttura complessa e decisa, il Syrah è perfetto da abbinare a carni alla griglia o cotte al barbeque. I migliori accostamenti si hanno con le costine di maiale, il filetto ai funghi, il pollo arrosto o con una notevole bistecca fiorentina.