Quando parliamo di Pinot Grigio, ci riferiamo ad un vitigno, rientrante nella categoria dei vitigni a bacca grigia, che possono essere considerati come internazionali in quanto originari della regione francese e coltivati poi gradualmente in diverse parti del mondo. In Italia la prima zona di coltivazione è stata quella a ridosso del lago di Como per poi estendersi gradualmente non solo in altre zone della Lombardia, ma anche in Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige.
Origine del nome e storia del vitigno
Per quanto riguarda l’origine del nome del vitigno, proviene dal termine francese “pinot” il quale a sua volta ha la radice nel termine “pin” che significa letteralmente pino. Il motivo è da ricondursi al fatto che la forma tipica dei grappoli di questo vitigno ricordano per sommi capi una pigna. Affascinante è anche l’attribuzione del nome che secondo molti esperti fu dovuta a un gruppo di monaci francesi che iniziarono la coltivazione della vite nella regione francese della Borgogna. Il pinot grigio, o pinot gris in francese, può essere considerato una costola del più famoso pinot nero, in grado però di fornire dei vini di eccellente qualità.
Come detto la sua zona di coltivazione per eccellenza è data dalla regione francese della Borgogna, dove ha trovato non solo dei terreni ideali ma anche delle condizioni climatiche abbastanza favorevoli; anche le modalità con le quali il vitigno è stato introdotto in Europa sono molto particolari. Infatti, intorno alla metà del 1500 il barone Lazarus von Schwendi era impegnato nella guerra contro i Turchi per conto del Sacro Romano Impero, e al termine delle battaglie era solito concedersi un bicchiere di Tokaji per cui pensò, a guerra conclusa, di portare in patria alcune piante di Furmint per poter produrre la bevanda: in realtà, portò con sé i primi vitigni di Pinot Grigio. Oggi la sua diffusione è avvenuta in diverse parti del mondo con rese e tecniche di coltivazione variabili.
Zone di coltivazione e denominazioni
Il vitigno Pinot Grigio, come detto, ha trovato larga diffusione in diverse parti d’Italia, anche se le zone di migliore coltivazione si trovano nell’Italia Settentrionale e, nello specifico, in Trentino Alto Adige nella provincia di Bolzano. Buone rese, con uve di ottima qualità, si ottengono comunque anche dalle zone collinari orientali del Friuli e nella pianura veneta, soprattutto nel trevigiano.
Dobbiamo specificare che le uve, e di riflesso il vino, assumono sfaccettature diverse a seconda della zona di coltivazione.
La produzione vinicola trentina permette di ottenere la denominazione DOC, in particolar modo con il vino Alto Adige o con il Pinot Grigio Riserva Giatl, veri prodotti di eccellenza.
Caratteristiche ampelografiche del vitigno
Anche nel caso del vitigno Pinot Grigio avremo delle caratteristiche ampelografiche che ci permetteranno di identificare e classificare nel migliore dei modi la pianta. Una delle prime cose di cui parlare è sicuramente la foglia che si presenta di dimensioni piccole, grossolanamente cuneiforme e trilobata; il grappolo, invece, come accennato in precedenza, ricorda lontanamente una pigna, presentandosi compatto e alquanto corto, con un corpo iniziale cilindrico che tende a terminare poi con una punta, presentando generalmente una sola ala. Gli acini infine non si presentano molto grandi, hanno una forma ovoidale, una buccia pruinosa e un colora tenue che tende al rosa.
Caratteristiche degustative del vino
Prima di parlare delle caratteristiche degustative dei vini ottenuti dalle uve pinot grigio, dobbiamo preliminarmente specificare che queste possono dar luogo a due grandi categorie di vini. Da un lato, infatti, avremo i famosi vini bianchi, eleganti e raffinati, dorati e corpulenti come il Pinot Gris dell’Alsazia; dall’altro invece troveremo vini soggetti ad una macerazione più lunga, che non risulteranno più dorati ma con un colore che spazia tra il rosa e l’arancione e che presentano al palato anche una maggiore corposità.
Soffermando l’attenzione sui vini bianchi, è possibile innanzitutto dire che in linea di massima, si caratterizzano per un colore giallo paglierino intenso, accompagnato spesso anche da riflessi dorati. All’olfatto si potranno percepire i profumi, floreali e fruttati, delle zone di origine mentre al gusto risulterà secco, bilanciato e decisamente armonico.
Abbinamenti tipici consigliati
Trovandoci di fronte a vini bianchi strutturati e complessi, generalmente molto profumati, gli abbinamenti tipici sono rappresentati dai piatti a base di pesce, in particolar modo le zuppe, nonché le carni bianche e i formaggi di media stagionatura. Ottimi i vini da servire come aperitivo in compagnia di antipasti salati.