Il vitigno Picolit ha origini sconosciute, anche se sin dal XVII secolo esistono testimonianze della bontà del vino dolce ottenuto con quest’uva, la cui fama aveva varcato i confini e si era diffusa presso le corti reali di tutta Europa, anche grazie al conte Fabio Asquini che nell’ 800  si impegnò a trovare un mercato per il vino dolce da picolit, in alternativa al Tokay ungherese. Il nome deriva quasi sicuramente dalle piccole dimensioni dell’acino e del grappolo, e dalla scarsità di produzione, dovuta fra l’altro al fenomeno frequente dell’acinellatura o aborto floreale. Per queste ragioni la coltivazione di questo vitigno è diventata sempre più scarsa, ed è scomparsa dal Veneto in cui si era diffusa, mentre è ancora radicata in Friuli nelle province di Udine e Gorizia. Il Picolit viene spesso coltivato nei vigneti assieme al Verduzzo, al fine di ovviare, almeno in parte, al problema dell’acinellatura, incoraggiando l’impollinazione incrociata.