Il Nero d’Avola è un noto vitigno a bacca nera della regione Sicilia. Anche noto come Calabrese o Calabrese d’Avola, al contrario di quanto si possa erroneamente credere, non ha nulla a che vedere con la regione Calabria. Dunque, per risalire all’origine del suo nome sono state fatte alcune ipotesi, le quali credono che alla base della sua etimologia siano presenti i termini dialettali “calaulisi” o “calarvisi”, presentando due radici, ovvero “calau” che significa “uva” e “aula” che vuol dire appunto “Avola”. Altri ancora ipotizzano che possa derivare dal greco “calauris” o che più semplicemente sia associato alla parola “cala-brese”, con riferimento ai commercianti che durante l’epoca medioevale riuscivano a venderlo in Francia con maggiore facilità grazie al fatto che i vini calabresi fossero particolarmente noti e apprezzati.
Storia del vitigno Nero d’avola
Il Nero d’Avola ha origini molto antiche in quanto si dice che questo vino sia approdato in Italia grazie ai Fenici, i quali lo trasportavano a bordo di grosse navi. Nonostante questa ipotesi, secondo alcuni ritrovamenti del vitigno avvenuti alle pendici dell’Etna, si tende all’idea che fosse già esistente durante l’era terziaria. I Greci furono i primi ad avviare la coltura di questa vite per poi proseguire in ordine dapprima con i Romani e poi con i Normanni e gli Aragonesi. Al termine dell’ 800 il Nero d’Avola era già ampiamente apprezzato anche dai francesi, i quali ne facevano uso come vino da taglio, ovvero per correggere i loro vini aumentandone sia la corposità che la colorazione, come del resto accadeva anche con altri vini siciliani. Attorno al 1960 prendono finalmente inizio le prime sperimentazioni per incrementare la qualità e le doti di questo vino, fino ad arrivare poi al 1984, anno in cui viene dato luogo ad un vino siciliano estremamente pregiato nonché conosciuto in tutto il mondo. Oggi, il Nero d’Avola può vantare un’evoluzione da semplice vino da taglio a vero e proprio vino rosso degno di attenzione, tra i più noti dell’Isola ed attualmente esportato in tutto il mondo.
Geografia del vitigno Nero d’avola
Il vitigno Nero d’Avola è originario della provincia di Siracusa e in particolar modo di Noto, Eloro e Pachino, grazie ad un clima asciutto tipicamente marino e alla presenza dei monti Iblei, i quali proteggendo le province di Siracusa, Ragusa e Catania, favoriscono un inverno mite. Oggigiorno questo tipo di vite è arrivato ad occupare tutto il territorio siciliano, con un’estensione di circa dodicimila ettari di terreno.
Denominazioni
Il Nero d’Avola è disponibile sul mercato vinicolo sia in forma assoluta, sia in blend; in quest’ultimo caso dando luogo ad altre numerose tipologie di vino aggiunto a vitigni internazionali come Merlot, Cabernet e Syrah e potendo assumere differenti colorazioni come bianco, rosato e rosso. Vanta differenti classificazioni che variano da quella DOC a quella IGT. La denominazione DOC prevede una quantità minima pari all’85% nel rispetto dei canoni previsti dai disciplinari; comprendendo perciò una determinata composizione ampelografica (vitigni idonei per la produzione di un determinato vino), un dato processo di vinificazione e delle precise caratteristiche organolettiche ( odore, sapore e colore). A tal proposito il Cerasuolo di Vittoria risulta il più datato, ragion per cui porta con sé una denominazione DOCG ( denominazione di origine controllata e garantita da più di dieci anni); si tratta di un vino ottenuto dal Nero d’Avola e dal Frappato, proveniente dalla Sicilia meridionale.
Informazioni sulla produzione
Le coltivazioni di questo vitigno presentano una forte resistenza ai parassiti, a seguito degli innesti eseguiti con la vite americana anche detta barbatella, per superare i focolai di fillossera che ebbero origine nel 1833 a Canicattì ed i quali successivamente si estesero in tutta la Sicilia. Nell’ultimo decennio, nella Sicilia sud-orientale, ovvero nell’area che più si presta per la produzione di questo vino, sono nate numerose imprese le quali hanno investito in nuovi vigneti sfruttando il sistema di allevamento controspalliera, sostenendoli perciò grazie all’uso di filari, oppure utilizzando la classica metodologia ad alberello, mantenendoli quindi con canne verticali e perciò maggiormente adatti ad aree meno ampie. Nonostante quest’ultimo limite è noto come sia le caratteristiche organolettiche del Nero d’Avola che l’invecchiamento di tale vino risultino di qualità superiore, riuscendo a volte a superare anche i dieci anni se il vino viene conservato scrupolosamente.
Caratteristiche ampelografiche del vitigno
Il vitigno del Nero d’Avola possiede delle caratteristiche ampelografiche specifiche come una foglia dalla forma orbicolare, grande ed intera, un grappolo medio e compatto ed infine un acino ellissoidale di media dimensione composto da una buccia blu-nera consistente e di medio spessore.
Caratteristiche degustative del vino
Il Sicilia DOC Nero d’Avola presenta delle peculiarità preponderanti come il colore rubino intenso, un gusto secco, corposo e armonioso ed un’essenza olfattiva delicata, speziata e fruttata. Al riguardo è da tenere in considerazione che il Nero d’Avola si presenta differente in base alla zona di provenienza; infatti se prodotto nella Sicilia del centro-ovest risulta maggiormente dolce e fruttato, mentre se ha origini sud-orientali è più secco e speziato. Essendo un vino ad elevata gradazione alcolica, può raggiungere anche i 15 gradi.
Abbinamenti tipici consigliati
È consigliabile servire il Nero d’Avola ad una temperatura che si aggira attorno ai 18° – 20°, utilizzando un ampio calice che gli consenta un’adeguata ossigenazione oppure contenendolo in un decanter. Risulta inoltre particolarmente adatto per essere abbinato a portate di carne rossa grigliata o arrostita, a formaggi stagionati o comunque dal gusto forte come ad esempio il caciocavallo o il pecorino, accostandosi ulteriormente bene anche a del tonno cotto alla griglia.