Origini del nome e storia del vitigno
Considerato tra i migliori vini del sud Italia, si ritiene che il nome di questo vitigno debba risalire all’epoca degli antichi Romani, in quanto è proprio in questo periodo che è possibile trovare le prime notizie relative alla sua coltivazione. Le origini sarebbero da ricercare dal nome di una popolazione presente nelle Alpi Apuane, sconfitta dai Romani e costretta a spostarsi in Campania alla ricerca di nuovi territori abitabili. Grazie a questa migrazione obbligata la vite Apuana giunse nel sud Italia per poi prendere il nome di Apiana, Ariana ed infine Fiano, come lo conosciamo oggi.
Secondo un’altra teoria l’origine del nome sarebbe invece greca, dove Fiano deriverebbe dall’aggettivo “apianum”, ad indicare una vite amata dalle api per la sua caratteristica dolcezza, e che nel corso dell’evoluzione linguistica sarebbe divenuto poi “afianum” e infine “fianum”, Fiano appunto.
Oltre che nell’area campana la presenza del vitigno Fiano è documentata storicamente anche a Caserta, in Puglia e in Basilicata, negli anni della fine dell’800, dove venne introdotta molto probabilmente da Carlo II d’Angiò che fece importare appositamente ben 16000 piante di Fano da Cava dei Tirreni per non separarsi dalla sua produzione preferita.
Zone di vinificazione e denominazioni del Fiano
La produzione di questo vitigno è stabilita secondo disciplinare per un’area comprendente ben 26 comuni nella zona di Avellino, in Campania. Di questi comuni sicuramente il più famoso è Lapio, luogo in cui secondo tradizione si ebbe la prima presenza del Fiano in questa regione. Altri comuni in cui è presente la produzione sono appunto Avellino, Candida, Irpina, Santa Lucia di Serino e Summonte. La sua diffusione comprende varie aree della Campania tuttavia la sua zona di riferimento è l’Irpinia, dove i suoli di origine vulcanica uniti all’altitudine intorno ai 600 m sul livello del mare consentono di rendere unico questo vino.
Le denominazioni stesse identificano questa zona come l’area di riferimento per la produzione del Fiano con l’istituzione si DOCG e DOGC del Fiano di Avellino. Spostandosi di poco troviamo anche il DOC Sannio Fiano e, vicino al mare salernitano il DOC Cilento Bianco.
Caratteristiche ampeleografiche del Fiano
Il vitigno da utilizzare principalmente è il Fiano, che deve essere presente almeno all’85%. In aggiunta è consentito aggiungere un 15% di vitigno coda di volpe, trebbiano toscano o greco, ma sempre in singolo.
Questo vino sontuoso deriva da un grappolo di medie dimensioni, con acini numerosi e serrati e con forma ellittica. Ogni acino presenta una buccia spessa dal colore dorato.
Il vitigno ha di solito una resa bassa ma esplode nei terreni vulcanici dando il meglio di se. Altri terreni adatti ad ospitarlo sono quelli argillosi o in generali i suoli pesanti ma mai sopra i 700 metri di altitudine. Apprezza gli inverni rigidi e le estati fresche, detesta il caldo, regge bene le escursioni termiche tra il giorno e la notte. È possibile raccogliere i frutti a fine estate e inizio autunno, nei mesi di settembre e ottobre.
Dalla vendemmia deriva un mosto complesso, acido, adatto a produrre un vino longevo nella sua maturazione. La fermentazione deve avvenire in botti di acciaio per poi terminare un periodo di stabilizzazione e affinamento in bottiglia che può durare anche un anno e oltre, fino a stabilizzazione completa che gli consente di dare il meglio di se anche dopo 3 anni.
Le caratteristiche degustative
Visivamente il Fiano appare di colore giallo paglierino, luminoso, consistente, che assume sfumature più scure nelle vendemmie tardive.
Il Fiano è un vino fine, floreale, misurato nelle sue note fruttate. All’assaggio possiamo trovare note di pere e pesche ma anche di agrumi, ananas, erba appena tagliata e pinoli. Risulta piacevole al palato, con una acidità marcata che lo rende vellutato e caldo, polposo. Non è esplosivo ma equilibrato. Queste note si ritrovano nel Fiano di Avellino DOCG ma anche, seppure in misura minore nelle denominazioni vicine del Cilento DOC e Sannio DOC.
Abbinamenti Consigliati
È possibile abbinare il Fiano a piatti delicati e dolci come il pesce, in particolare i crostacei e i gamberi, che verranno facilmente esaltati dalla sua acidità. Bene anche con il fritto misto e i frutti di mare in genere. In alternativa è possibile accompagnare carni bianche come il pollame, formaggi freschi dal sapore delicato. Tra i primi è bene scegliere dei risotti con condimento delicato sempre di pesce o al massimo verdure.
Deve essere servito tra gli 8 e i 10 gradi di temperatura.