La storia di Giorgio Cecchetto si intreccia saldamente con quella della sua terra e del suo vitigno più importante, il Raboso del Piave, un vitigno difficile da domare ma capace di colpire con il suo carattere ruvido, spavaldo, a tratti scontroso. Pertanto la produzione e la maggior parte degli sforzi aziendali sono tesi alla valorizzazione di questo vino, il figlio prediletto. In questa cantina si possono assaggiare diverse prove, interpretazioni, versioni, esperimenti, discutere di legni, affinamenti, vendemmie, strategie di vinificazione, appassimenti riguardanti questo vitigno della provincia trevigiana tradizionalmente incline alla spigolosità e qui interpretato secondo uno stile più moderno.
La cantina Cecchetto, nata da una lunga tradizione familiare che la unisce alla coltivazione della vite e alla produzione del vino, ha la sua sede principale a Tezze di Piave, nel cuore dell’area Doc Piave, in provincia di Treviso ha dedicato un libro al figlio prediletto,il Raboso del Piave, dove in tre anni di lavoro, ha raccolto le preziose testimonianze di cinque autori sul tema Raboso: Antonio Calò già direttore dell’Istituto Sperimentale per la Viticoltura, Francesco Francini medico nutrizionista e docente all’Università di Padova, Paolo Lauciani giornalista collaboratore della rubrica “Gusto” Tg5, Giampiero Rorato studioso di enogastronomia, Diego Tomasi agronomo. Nel testo IL RABOSO DEL PIAVE – Fascinosa realtà delle terre del Piave (anche in lingua inglese) si rivaluta l’autenticità del Raboso del Piave, un vino autoctono, ma soprattutto, come sostiene Cecchetto: “un patrimonio che si esprime attraverso la sua terra ed il rincorrersi di stagioni più o meno favorevoli: interpretato dalle sue genti, che raccolgono l’eredità di più di cinquecento anni di storia, la custodiscono con amore paterno e la affidano integra ed inossidabile al luminoso futuro del Raboso che verrà”. Grande impegno anche per il resto della produzione Cecchetto, come il “Sante Rosso” un Merlot Piave Doc premiato con il titolo di “Miglior Merlot d’Italia” per il secondo anno consecutivo: con la vendemmia 2007 e con la vendemmia 2006 . I riconoscimenti sono giunti dal concorso nazionale dei Merlot d’Italia di Aldeno (TN). Il “Sante Rosso”, viene prodotto solo nelle migliori annate e sviluppa un concetto moderno ed attuale: la tracciabilità delle uve.