Trasmettere la bontà della Barbera d’Asti. La storia della Agostino Pavia è legata al territorio, da sempre: i vigneti, tutti di proprietà, lo testimoniano. Sono Giuseppe e Mauro Pavia, ed hanno sempre voluto creare un’identità forte con questa terra che, nel Comune di Agliano Terme, gli permette di proporre agli appassionati la Barbera d’Asti. Per un totale di dieci ettari coltivati in prevalenza a vitigno Barbera e, in minima parte, a Grignolino, Syrah e Dolcetto per Monferrato Rosso e Albarossa.
Le tappe del loro cammino sono tutte importanti: negli anni ’80 hanno selezionato i vigneti nelle posizioni più adatte per la coltivazione del vitigno Barbera. Questo per ottenere un vino che sapesse del vero terroir della zona di produzione. E, tramite selezione ed affinamenti, propongono sul mercato quattro tipi di Barbera d’Asti: diverse chiavi di lettura di un’unica e prestigiosa denominazione, conosciuta in tutto il mondo.
E, negli anni, hanno ottenuto riconoscimenti e apprezzamenti, partecipando a Fiere prestigiose (Vinitaly, Prowein), degustazioni e manifestazioni. Grazie alla loro filosofia incentrata sulla bontà della Barbera d’Asti sono presenti nel Nord Europa, negli Stati Uniti e in Asia.
Nella loro Barbera d’Asti ci sono le diverse espressioni del terroir del loro territorio.
Il loro intendere il lavoro nel vigneto è semplice ma fondamentale per ottenere vini di qualità: lasciano che sia il terreno a nutrire la vigna. Questa frase non è banale, perché il segreto sta proprio nella composizione argillosa della terra. E’ qui che si esprime il terroir tipico della Barbera d’Asti, e il loro compito, difficile ed affascinante, è quello di mantenerlo nel vino, fin dalla vigna. Il vino si fa prima di tutto nei filari: sono molto attenti ai principi attivi dei prodotti che vengono utilizzati per i trattamenti, non stressano la pianta durante la crescita, effettuato la pulitura dei germogli, selezionano i grappoli migliori.
Rendono il vigneto protagonista con il loro lavoro manuale: questo è il modo migliore per portare in cantina un’uva che sia poi espressione del terroir da ritrovare nel vino.