La zona geografica della DOC Valcalepio comprende un territorio nell’area collinare a nord-ovest della città di Bergamo, delimitato a nord dalle Orobie, ad est dal lago d’Iseo ed a ovest dal monte Canto.
Le prime testimonianze dell’antichità della viticoltura nell’area bergamasca ci vengono dall’epoca latina, durante la quale alcuni storici riportano la notizia dell’impianto di viti nella zona di Scanzo da parte dei romani. Plinio il Vecchio racconta che in questo territorio la coltivazione della vite era molto sviluppata, soprattutto nei luoghi più appropriati, cioè in collina. Anche nei secoli bui la gente bergamasca non smise mai di amare il suo vino e risalgono al 1000-1100 d.C. alcune carte di permuta e di vendita di terre vitate. A partire dal 1700, con l’espansione dell’allevamento dei bachi da seta e della coltivazione dei gelsi, che in pianura sostituirono la vite, la produzione diminuì fino al punto che i Bergamaschi, all’inizio dell’800 furono costretti ad importare vino da altre regioni. In seguito all’arrivo della peronospora e dell’oidio e alla comparsa della filossera nel 1886, i vigneti subirono gravi perdite ma i bergamaschi in breve tempo reimpiantarono vastissime superfici tanto che già nel 1912 la superficie investita in viti superava quella di un tempo e continuò ad aumentare sino al 1940, all’inizio cioè della Seconda Guerra Mondiale. Si arriva quindi ai giorni nostri, e alla tendenza da parte dei vitivinicoltori alla produzione di vini di qualità, cui fa seguito la contrazione delle superfici vitate e la diminuzione delle rese medie per ettaro dei vigneti.
I vitigni della DOC Valcalepio affiancano al tradizionale Moscato di Scanzo, utilizzato per la produzione di vini dolci passiti, vitigni a bacca nera internazionali (Merlot, Cabernet) e a bacca bianca quali Chardonnay, Pinot bianco e Pinot grigio, per dare origine alle tipologia bianco, rosso e rosso riserva.