Il percorso compiuto sulla strada del vino della Valle d’Aosta, la più piccola regione italiana ma dalle vette più alte e maestose d’Europa, è un itinerario che comprende un’esperienza enologica coinvolgente, nella quale la degustazione del vino passa attraverso la storia e le tradizioni di una regione, seppur dall’estensione esigua, con un passato vitivinicolo prestigioso e, a tratti, definito dai molti, anche eroico.
Un territorio troppo spesso conosciuto solo per le attrezzate e famose stazioni sciistiche ma capace di affascinare anche un ospite più attento ed esigente, non soltanto attraverso i suoi paesaggi mozzafiato, con le sue ben sei vette che superano i seimila metri ma anche grazie alla presenza di numerosi castelli e dei manieri perfettamente integrati, quasi incastonati nel territorio come gemme preziose, testimoni di una storia antica importante.
Non solo il territorio valdostano ma tutta la sua cucina ha il sapore d’alpeggio, con le sue carni aromatizzate di erbe di alta montagna, favorita da un clima secco e ventilato capace di una essiccazione naturale senza eguali.
In questo gioiello d’Italia nascono prodotti di eccellenza e, tra questi, il vino, la cui vocazione risale insospettabilmente all’età del bronzo. In un territorio dai paesaggi incantati, complice la natura che è in grado di regalare emozioni senza fine, per un viaggio che assomiglia più ad un sogno ad occhi aperti, in un percorso coinvolgente che attraversa valli, corsi d’acqua, piccoli borghi medievali, chiese e castelli, si distinguono ben cinque strade del vino, con itinerari tutti differenti capaci di narrare la storia dei vini in questa terra molto bella sebbene ostica per l’agricoltura.
Questi cinque percorsi della strada del vino della Valle d’Aosta sono stati realizzati grazie all’unione delle forze dei produttori locali che con sacrificio e passione hanno saputo conservare la produzione vitivinicola tramandata da generazioni.
Storia della produzione vitivinicola nella Valle d’Aosta
La vite, nella Valle d’Aosta, era già presente nell’epoca del bronzo, come dimostrano i ritrovamenti di vinaccioli ad Aosta, nella zona archeologica di Saint-Martin-de-Corléans.
Si deve però attribuire ai romani, la coltivazione dei vigneti destinati alla produzione del vino. E, in effetti, tra i molti resti romani tutt’oggi visibili, risalenti al I secolo d.C., sono stati rinvenuti non solo locali per la torchiatura, ma anche anfore e contenitori.
La città di Aosta (Augusta Praetoria), oggi capoluogo della regione, non a caso è stata definita la Roma delle Alpi perché effettivamente le truppe romane hanno transitato su questo territorio per molto tempo.
Il vino ha assunto così un ruolo importante e il territorio aspro, laddove possibile, è stato plasmato attraverso, non solo la costruzione di strade, ma anche di terrazzamenti adibiti all’agricoltura e alla coltivazione della vite.
Proprio lungo la vallata della Dora Baltea, il fiume che percorre la regione, si trova uno dei più interessanti e apprezzati itinerari enogastronomici di tutte le Alpi e, d’altronde, proprio il fiume è il nesso conduttore della produzione viti-vinicola di questa tanto piccola, quanto preziosa, regione.
Questo splendido lembo di terra è stato da sempre un crocevia di popoli e di culture, e oggi, accanto ai vitigni autoctoni del posto quali Cornalin, Premetta, Petit rouge, e l’unico vitigno a bacca bianca Prié blanc , compaiono inevitabilmente vitigni del vicino Piemonte, ma anche quelli germanici, i famosi Gewürztraminer, Müller Thurgau e quelli francesi Chardonnay, Gamay, Syrah, anche perchè, proprio durante il periodo napoleonico, si contava la più grande estensione di vigneti.
Se, nel medioevo prima la peste e, successivamente, nel secolo scorso, la peronospora, l’oidio e la fillossera hanno provocato la drastica diminuzione delle vigne, tuttavia esse non sono però mai del tutto scomparse, anzi, nel corso dei secoli, solo il duro lavoro dei vignaioli, in un clima affatto facile, ha permesso la conservazione dei vitigni che sono sopravvissuti anche ai critici momenti storici e ambientali, per essere infine oggi giunti fino a noi.
Negli anni cinquanta fu istituita l’ “École Pratique d’Agriculture”, divenuto poi, nel 1982, Istituto Agricolo Regionale con lo scopo di avviare un percorso della produzione viticola orientato maggiormente verso la qualità dei vini.
Si deve, invece, ai primi anni settanta la nascita delle Cantine Cooperative, che si occupano, ancora oggi, di trasformare le uve in vini valdostani sempre più apprezzati e amati, per le caratteristiche organolettiche uniche, grazie alle condizioni climatiche a cui sono sottoposte i vitigni: forti escursioni termiche e vento costante capaci di donare aromi particolari ed esclusivi. Oggi si contano nella regione 400 ha di vigneti di cui il 40% dedicato al bianco.
Dunque la strada del vino della Valle d’Aosta è un percorso che valorizza la storia del territorio, la cultura di un popolo attraverso una bevanda strepitosa che fin nell’Antico Testamento era considerato il simbolo di tutti i doni provenienti da Dio.
Itinerari della strada del vino della Valle d’Aosta
In un costrutto comune basato sul solerte lavoro e sulla passione di tutti coloro che vi partecipano, oggi è possibile seguire la strada del vino della Valle d’Aosta attraverso visite di cantine e di vigneti, degustazioni, vivendo serate ed occasioni di incontri anche in ristoranti appositamente segnalati, per immergersi totalmente e nutrirsi dei sapori tradizionali e tipici del territorio valdostano.
E’ opportuno precisare che tutti i prestigiosi vini di alta montagna di questa regione sono riuniti sotto un’unica Denominazione d’Origine Controllata sotto il nome inequivocabile di Valle d’Aosta o di Vallée d’Aoste con sette sotto-denominazioni di area e non esistono DOCG.
Ben cinque itinerari della strada del vino si possono percorrere nella Valle d’Aosta, tutti caratterizzati dalla presenza indiscutibilmente maestosa delle blasonate montagne oggetto di turismo invernale molto ricercato.
Nell’itinerario della strada dei vini del Monte Bianco la produzione vitivinicola supera i 1.200 metri regalando un’esperienza sensoriale eccezionale. In questo territorio si coltiva il vitigno autoctono Prié Blanc,dalle valli, passando poi per i caratteristici centri di Lavancher, Ruine, La Salle in Valdigne, Morgex, Dailley, Moyes e Crè, per arrivare fino alle pendici del monte dove il clima rigido non impedisce di realizzare i meravigliosi bianchi come lo spumante Blanc de Morgex e il La Salle Spumante oltre al passito Blanc de Morgex e alle apprezzatissime grappe.
L’itinerario della strada dei vini del Gran Paradiso parte, quasi per ironia, dall’Inferno di Arvieri, un complesso di falesie rocciose esposte a sud dove crescono vitigni quasi tutti autoctoni. In questa zona si producono due delle più famose sotto-denominazioni della DOC Valdostani: il Torrette e il Vallée d’Aoste Enfer Arvier. Comprende i comuni di Aymavilles, Cogne , Introd, Valsavarenche e Villeneuve .
Il percorso della strada dei vini del Monte Emiliusè lungo ben 35 km e trova il suo centro nella città di Aosta, capoluogo ricco di storia e di tradizioni con i suoi vigneti e le montagne che fanno da cornice per degustare i rossi come il Cornalin e il Prëmettao i bianchi come il bianco Müller Thurgau ma anche le grappe come quella di Nus Malvoisie.
Un altro itinerario molto suggestivo è dato dalla strada dei vini del Monte Cervino il cui percorso, lungo 16 km, comprende anche un tratto della via Francigena, oltre che le cittadine di Verrayes e quella di Chambave da cui gli omonimi vini rossi e bianchi. Alla Crotta del Vegneron si può degustare il Nus, altro vino con etichetta D.O.C., ed possibile visitare l’agriturismo La Vrille, azienda produttrice situata sullo storico percorso della via Francigena.
Infine, ma non per ultimo, ci si può lasciare stupire e coinvolgere dall’itinerario che raccoglie la strada dei vini del Monte Rosa che oltre ad essere un percorso vitivinicolo è sicuramente un cammino prima di tutto spettacolare, in quanto accompagnato qui da una scenografia naturale senza eguali. Il percorso, lungo 35 km con capitale del distretto Donnas, città del vino dal 1987, comprende diversi comuni tra cui Arnad, Verres, Perloz, Bard, Pont Saint-Martin, Champdepraz, Challand Saint-Victor. In questo itinerario si possono assaggiare i celebri Picotendro e il Nebbiolo valdostano.
Paesaggi e vigneti
L’intera attività relativa alla presenza vitivinicola della Valle d’Aosta prende origine dal fondovalle da Pont- Saint-Martin e da Donnas fino alle pendici del Monte Bianco a 1.200 metri di Morgex.
É indiscusso il fascino di questa piccola regione ricca di tanti luoghi stimolanti come le suggestive le cantine scavate nella roccia della Becca di Villeneuve.
Nel capoluogo invece è interessante fare visita all’Institut Agricol Regional dove è possibile degustare i vini della zona, data la presenza intorno alla città dei vigneti.
Nel centro di Donnas si trovano invece i resti medievale, palcoscenico molto suggestivo che ospita la festa dell’uva in ottobre. Un tratto della via consolare romana insieme ad una colonna miliare della stessa epoca sono state rinvenute poco fuori la cittadina.
Arnad invece è un piccolo comune situato in un punto in cui la valle si apre e riesce a godere della protezione delle montagne che la proteggono dai climi freddi.
In questo luogo i monaci benedettini, che tra le altre cose si dedicavano anche alla coltivazione della vite, fondarono una chiesa rurale che oggi non esiste più ma ha lasciato le tracce della sua esistenza negli affreschi visibili nel castello di Verrès. Tra i vitigni di Arnad vanno menzionati sicuramente il Nebbiolo e il Pinot nero.
Chambave invece, piccolo borgo situato in collina sulla via delle Gallie, dà il nome ad uno dei moscati più conosciuti d’Italia. Nel paese è possibile visitare la piccola chiesa risalente all’anno mille con il suo campanile romanico a bifore e cuspide di notevole interesse religioso, artistico e culturale.
In effetti il viaggio attraverso la strada dei vini è un percorso ricco di paesaggi mozzafiato grazie anche alla presenza dei numerosi e imponenti castelli, come quello di Quart che ha subito nel corso della storia numerose trasformazioni, fino all’epoca dei Savoia.
E proprio a Vollein, piccolo villaggio posto sulla collina di Quart, furono ritrovati insieme ai resti di una necropoli, anche i resti di vinaccioli risalente all’epoca neolitica e, con ogni probabilità, a detta degli archeologi, sono la testimonianza del primo insediamento umano di questa piccola regione.
Eventi e iniziative
La regione della Valle d’Aosta è ricca di iniziative curiose e distribuite sull’intero arco dell’anno.
Alcune di queste traggono origine dall’antico passato e sono entrate a far della tradizione secolare della regione, come la fiera di Sant’Orso, che si tiene ogni anno in Ottobre, ed è sicuramente tra le più popolari, si tratta di una fiera dell’artigianato locale ma anche di prodotti genuini tipici e dei pregiati vini locali. Naturalmente alla fiera di Sant’Orso è possibile riscaldare il cuore e il corpo con il vin brulè.
A Cogne invece si tiene, nel mese di Febbraio, la festa del barile, un antico rituale arrivato fino ai giorni nostri che simboleggia l’ingresso dei ragazzi nel mondo adulto attraverso la prima degustazione del vino contenuto, appunto, nel barile.
Nelle giornate del 7 e 8 Dicembre, a Hone, un pane tipico locale, la Micòoula, dà il nome all’omonima festa alla quale non mancano mercatini di prodotti enogastronomici della tradizione. Una regione, quella valdostana, letteralmente incastonata tra il Piemonte, la Svizzera e la Francia dove gli scorci paesaggistici sono unici e i villaggi, come piccoli scrigni, custodiscono costumi, saperi e tradizioni in una miscellanea di incontri di culture che nel tempo hanno dato vita ad eventi divenuti quasi delle forme d’arte: come quella del Bosco di Peuterey dove ogni anno si svolge “Celtica”, festa tenuta alle pendici del Monte Bianco fatta di musica, di arte e costumi dedicati al mondo celtico dove il vino è compagno immancabile.