La Liguria è un territorio che presenta caratteristiche uniche nel panorama italiano e mondiale, la cui conoscenza si rivela essenziale per distinguere i diversi vitigni e le loro qualità.
Ricordiamo che il termine vitigno non va mai confuso con quello simile ma dal significato assai diverso di vigneto. Se il primo fa riferimento alle varietà d’uva, il secondo racconta dell’appezzamento di terreno interessato.
In questo contesto, il legame tra vitigno e vigneto è costante, fin dalla notte dei tempi. Rappresenta un fattore determinante per quanto riguarda le caratteristiche di un vino ed è uno degli elementi che più lo rende unico.
Un discorso che trova conferme nella conformazione della Liguria, la quale si rivela eccellente per la coltivazione delle varietà sia bianche che rosse.
Liguria: regione tra mare e montagne
La Liguria si trova nella parte settentrionale dell’Italia, delimitata dal mare a sud e dalle montagne a nord.
I confini sono con la Francia a ovest, la Toscana a est, l’Emilia-Romagna a nord-est e il Piemonte a nord-ovest: tutte realtà territoriali con cui nel corso dei secoli sono stati intrattenuti rapporti e scambi economico-culturali.
La presenza del popolo dei liguri ha radici antiche ed è riconducibile agli inizi del I millennio a.C, in un ambiente che presenta un’estensione di quasi 5.500 km quadrati, a fronte di una popolazione di poco superiore al milione e seicentomila abitanti.
Le montagne della Liguria si trovano a stretto contatto con il mare e sono incorniciate dai rilievi delle Alpi Marittime e dell’Appennino ligure. Questo comporta l’assenza quasi totale di fasce pianeggianti, con i rilievi che sovrastano la superficie marina.
Un elemento che si percepisce bene proprio dal mare arrivando dalla Corsica o dalla Sardegna e porta a una percezione come di una grossa montagna che sembra cadere nell’acqua.
Le uniche pianure sono quella di Albenga nella provincia di Savona e quella di Chiavari nella provincia di Genova. Il resto del contesto presenta rilievi a strapiombo, in cui si annidano spiagge strette e sabbiose.
Questa conformazione geografica ha portato l’agricoltura, anche quella della vite, a venire praticata in un regime particolare, sviluppato dall’uomo fin dall’antichità secondo la pratica del terrazzamento.
Le viti vengono predisposte ad altitudini piuttosto elevate, nello specifico tra i 200 e i 500 metri, con escursioni termiche piuttosto importanti. Ciò comporta per l’uva una maturazione più lenta e graduale, con profili aromatici intensi e concentrati.
Il vino della Liguria richiede una particolare fatica e allo stesso tempo si trova inserito in un contesto panoramico d’eccezione. È questo ad esempio il caso delle Cinque Terre, una delle zone più belle e visitate al mondo, che presenta condizioni uniche dal punto di vista enologico.
Coltivare l’uva, in questa parte d’Italia, richiede ingegno e sacrificio. Elementi che, a un ascolto attento al palato e agli altri sensi, risultano percepibili e che, dal punto di vista dei vitigni, comportano costi ben più alti rispetto alle aree pianeggianti.
I vitigni della Liguria e la loro storia
La coltivazione dei vitigni in Liguria affonda le sue radici nell’epoca romana, quando il territorio inizia a diventare maggiormente praticabile, anche se l’idea del sistema dei terrazzamenti pare risalire agli Etruschi.
Testimonianze storiche di questa pratica le troviamo sia in Plinio il Vecchio, sia all’interno dei manoscritti medievali. Il vino è stato merce di scambio importante per la repubblica marinara di Genova.
La qualità pregiata del vitigno ligure si fa notare specialmente nel Cinquecento, soprattutto per quanto riguarda la varietà Albarola. La produzione del Vermentino, pur avendo radici antichissime, viene codificata nei primi dell’Ottocento.
Prima della fillossera, i vitigni liguri autoctoni erano quasi 300: un numero notevole se si considera che poi sono stati quasi totalmente abbattuti. Oggi, infatti, quelli sopravvissuti sono circa un decimo.
La tecnica del terrazzamento, l’unica praticabile nel territorio, non ha consentito coltivazioni dall’ampia estensione. Le cantine presentano dimensioni ridotte, mentre le produzioni sono limitate e pregiate, per lo più realizzate nella zona costiera.
Catalogazione generale dei vitigni liguri
I vitigni liguri sono catalogabili, in linea generale secondo questo schema:
- Bacca bianca. È quella più diffusa e viene coltivata nella parte centro-orientale.
- Bacca nera. Una produzione pregiata, realizzata soprattutto nella zona a Occidente.
- Il Vermentino è il vino a bacca bianca più diffuso e rinomato: il vitigno ligure per eccellenza. Altre uve bianche coltivate sono Pigato, Bosco e Albarola.
- Il Rossese è una varietà a bacca nera molto pregiata e d’impatto. Ricorda il Nebbiolo, complice il contenuto limitato di sostanze coloranti. Altre uve nere coltivate sono il Dolcetto o Ormeasco, la Barbera e, nella parte centro-orientale della regione, il Ciliegiolo.
In Liguria non mancano diversi vitigni autoctoni. Essendo, tuttavia, una regione con un importante sbocco sul mare, non di rado alle tipologie locali sono state affiancate varietà giunte in seguito agli scambi, prevalentemente marittimi.
Non mancano nemmeno i vini DOC, motivo per cui possiamo affermare che, per i vitigni e i vigneti della Liguria, il rapporto con il territorio e la figura dell’uomo è un vero e proprio tuttuno.
Vitigni liguri e Denominazione di Origine
Vediamo le principali Denominazioni di Origine per il vino in Liguria:
- A est, nella Riviera di Levante: Colli di Luni DOC.
- Il Vermentino è utilizzato per il Colli di Luni Bianco. Vengono aggiunti il Trebbiano toscano e altre uve a bacca bianca.
- Il Colli di Luni Rosso è a base di Canaiolo Nero, Ciliegiolo, Pollena Nera, Cabernet Sauvignon.
- Il Cinque Terre DOC è legato alla zona omonima di produzione, nella parte orientale verso il confine con la Toscana. I vitigni base sono Bosco, Albarola e Vermentino. Si ottengono vini bianchi secchi e l’antichissimo Sciacchetrà.
- Il Val Polcevera DOC, il Golfo del Tigullio e il Portofino DOC sono a base di Albarola, nota anche come Bianchetta Genovese.
- A ponente, tra i vitigni a bacca bianca, segnaliamo la DOC Dolceacqua, dove a farla da padrone è il Rossese: fruttato e dolce, poco aggressivo al palato. L’Ormeasco è il re della DOC Pornassio e della produzione dello Sciac-trà, rosato (e non bianco).
La Liguria è una terra ricca di suggestioni e sorprese, tratti che ritroviamo nei suoi vitigni, autoctoni e non, nonché nelle produzioni DOC. Prodotti capaci di emozionare al palato e di lasciare un languido ricordo dissetante.