È arrivato l’ultimo mese dell’anno, portando con sé le basse temperature, la necessità di indossare sciarpe e cappelli, e anche il momento di capire come prendersi cura del vitigno d’inverno, prevenendo il rischio di gelate e preparando le piante alle temperature più alte.
Per la vite in inverno, in seguito al periodo della vendemmia, è il momento di riposare, come se andasse in una sorta di letargo, che consentirà poi la crescita ottimale dei grappoli in primavera. Questo non vuol dire che non bisogna far nulla.
Prima di capire come meglio trattare il vitigno a dicembre, però, è importante capire quali sono le sue fasi di lavorazione passo per passo, così da avere ben chiaro tutto il processo nel suo insieme.
Una volta compreso il processo resta solo da scoprire quale si possa rivelare un ottimo abbinamento culinario in inverno.
Fasi di lavorazione della vigna
La lavorazione della vigna segue le stagioni, e ogni stagione prevede delle accortezze specifiche, dalla potatura, alla fertilizzazione, alla vendemmia fino al riposo che permetterà poi l’inizio di un nuovo ciclo.
- La cura del vitigno d’inverno è importante perché è una fase di preparazione agli step successivi. Dal mese di gennaio si può quindi procedere con la potatura secca, che ha il ruolo di favorire i lavori nel vigneto controllando che la pianta si sviluppi nello spazio a essa assegnato, inoltre serve a bilanciare il rapporto tra la vegetazione (quindi lo sviluppo delle foglie) e la produzione d’uva.
I mesi di febbraio e marzo sono invece adatti alla fertilizzazione e ai primi interventi di potatura verde. Infatti, la concimazione non va effettuata solo in primavera ma anche nel periodo invernale.
- In primavera si procede con la potatura verde e la gestione del suolo. Tra aprile e giugno è quindi importante tenere lontane le piante infestanti, assicurarsi che l’erba negli interfilari non superi i 25 cm – e qualora dovesse accadere procedere a sfalciare l’erba – e preservare dalle malerbe gli interfilari nudi.
La potatura verde prosegue da questo periodo fino all’estate, ed è un’operazione molto importante perché serve a garantire alle piante la giusta quantità di luce. Di questo procedimento fa anche parte il diradamento manuale dei grappoli con l’obiettivo di equilibrare la produzione di vino.
- Con l’estate arriva finalmente il momento della vendemmia, quindi tra luglio e settembre – a volte anche fino a ottobre – si raccoglie l’uva da sottoporre al processo di vinificazione.
- Finita la vendemmia, con l’autunno, la caduta delle foglie in seguito alla perdita di clorofilla, porta al riposo delle piante. Questo è il periodo giusto per rincalzare le viti coprendo il piede delle piante. La fase di riposo è molto importante, poiché da questa dipende poi la produzione di uva dell’anno successivo. Per questo bisogna sapere come trattare il vitigno a dicembre.
I rischi delle gelate invernali
La vite in inverno regge bene il freddo se ben lignificata, ma al di sotto di certe temperature rischia di subire gravi danni. Se si dovesse scendere sotto i 15 °C, o a causa di un cambio di clima troppo repentino, si potrebbero danneggiare le gemme rovinando irreparabilmente le piante.
Qualora dovesse verificarsi questo evento, bisogna sicuramente ritardare la potatura a secco e anzi attendere il germogliamento prima di iniziare a sfoltire le piante.
Se i danni invece investono i vitigni più giovani, l’opzione ideale è quella di riprendere le piante colpite partendo dal basso, quindi o nella parte bassa del fusto o proprio al di sopra del punto d’innesto, poiché si tratta della zona da cui tornano a produrre germogli.
Una volta arrivato il periodo primaverile, si selezioneranno i ricacci meglio posizionati e si legheranno ai sostegni.
Ciò non vuol dire che bisogna temere l’inverno, anzi, come detto in precedenza, la fase di riposo della vite è quella più importante da cui dipende la produttività futura del vigneto. Questo è il motivo per cui la cura del vitigno con il freddo invernale è minima ma fondamentale.
La vite in inverno e la potatura
L’azione principale da svolgere nella stagione fredda è la potatura, come si è detto. Questo perché la vite in inverno, una volta finita la vendemmia, perde le foglie, che prive di vitalità si adagiano sul terreno mentre la pianta si addormenta, tutto in modo naturale.
In base al tipo di produzione che si vuole portare avanti bisogna quindi togliere i tralci che non servono e lasciare la quantità di gemme che si desidera. La gemma, nella stagione fredda, è dura e legnosa, e poi si risveglia in primavera e inizia a germogliare verso marzo e aprile.
La quantità di gemme che si decide di lasciare determina la qualità e la quantità di uva prodotta. Queste sono estremamente collegate poiché se si mantiene una produzione abbondante vi saranno meno composti aromatici e un grado zuccherino molto basso, che sono le caratteristiche fondamentali per la produzione di vini.
Per le viti giovani la potatura è invece importante nel periodo del primo inverno che segue la messa a dimora delle viti. Su queste si esegue infatti la potatura di “formazione”, che serve per indicare loro il percorso da seguire negli anni successivi.
L’inverno e la fresatura
Un’altra attività che invece non viene spesso considerata è la gestione del suolo.
Essendo le stagioni fredde anche le più piovose è possibile lavorare il terreno più in profondità, bisogna fare attenzione però a non andare sotto i 15 cm nelle zone del nord Italia e a non superare i 12 cm nel sud Italia. Questo perché la quantità di pioggia cambia tra il meridione e il settentrione, quindi anche il suo impatto sul terreno.
Lo scopo della fresatura è triplice.
- Grazie a quest’azione è possibile, in primo luogo, rendere meno compatto il terreno, e quindi agevolare l’assorbimento dell’acqua portata dalle piogge di stagione – questo vale se non si tratta di un terreno argilloso;
- Secondariamente per eliminare le malerbe, che possono sottrarre i nutrienti alle viti;
- Infine, per la mineralizzazione, ovvero per arricchire il terreno di sostanze minerali.
La fresatura del terreno è quindi un ottimo modo per agevolare la fertilità e, insieme all’azione di potatura, aiuta a mantenere il bilanciamento tra la fase vegetativa e quella produttiva.