Quando si parla di vini naturali, anche conosciuti come natural wines o vins vivants in francese, ci riferiamo a quei vini che vengono prodotti seguendo un’approccio enologico che mira a ridurre al minimo l’interferenza umana durante il processo di vinificazione.
L’obiettivo principale dei produttori di vini naturali è quello di ottenere vini il più possibile autentici, esprimendo le caratteristiche uniche del luogo di produzione e preservando l’integrità delle uve utilizzate.
Fondamentale in tal senso conoscere la genesi di ogni singola produzione. Prendiamo ad esempio la storia di un vino a bacca bianca di origine greca come l’Inzolia: un vitigno di uva bianca originario della Sicilia, in particolare della regione occidentale dell’isola, ma diffuso anche in Toscana, Lazio e Sardegna.
Vini biologici: quando sono definibili tali
La viticoltura biologica è un metodo di coltivazione delle viti basato sull’uso di pratiche agricole sostenibili e rispettose dell’ambiente, senza l’impiego di prodotti chimici di sintesi come pesticidi, erbicidi e fertilizzanti artificiali.
L’obiettivo principale della viticoltura biologica è quello di produrre uva di alta qualità, preservando al contempo la salute del suolo, la biodiversità e la salute umana.
A caratterizzarla c’è l’utilizzo di concimi naturali quali humus, letame e composti organici per fertilizzare il suolo e fornire i nutrienti necessari alle piante. Nella vinificazione poi nessun trattamento chimico: i produttori di vini biologici evitano l’uso di additivi chimici come solfiti (anidride solforosa) o altri conservanti.
Un uso intelligente della consociazione: ovvero la coltivazione di piante diverse nelle vicinanze delle viti, che può contribuire a creare un ambiente equilibrato. Ad esempio, l’intercalare di piante di copertura tra le file di viti può favorire la biodiversità e ridurre la competizione tra le piante.
Per quanto riguarda la gestione del suolo, la viticoltura biologica è attenta a non stravolgere il suo equilibrio, utilizzando pratiche come l’aratura ridotta o minimale, in modo da preservare la struttura del terreno, evitando l’erosione e promuovendo un’attività microbica benefica.
Per gestire parassiti e malattie vengono impiegate soluzioni biologiche, come includere l’uso di insetti benefici, come coccinelle e falene tricogramma, per controllare le infestazioni di insetti nocivi. Inoltre, vengono adottate misure preventive come la rotazione delle colture, la potatura corretta e l’uso di coperture vegetali per ridurre la presenza di malattie fungine.
La vendemmia è solitamente eseguita manualmente per garantire una selezione accurata delle uve sane e della qualità migliore, lasciando quelle non mature o rovinate.
La certificazione biologica viene rilasciata da organismi di controllo autorizzati che verificano l’adempimento delle norme e dei regolamenti specifici per la viticoltura biologica. L’etichetta biologica su una bottiglia di vino attesta che le uve utilizzate per la sua produzione sono state coltivate secondo i principi dell’agricoltura biologica.
Viticoltura Biodinamica: caratteristiche
Con viticoltura biodinamica si intende un approccio all’agricoltura e alla coltivazione delle viti che si basa sui principi dell’agricoltura biodinamica sviluppata da Rudolf Steiner negli anni ’20 del secolo scorso. Questo metodo agricolo considera la vigna come un organismo vivente interconnesso con il suolo, le piante circostanti, gli animali e gli astri.
La viticoltura biodinamica si concentra sulla promozione della fertilità del suolo e sul mantenimento dell’equilibrio naturale dell’ecosistema. Utilizza metodi naturali per nutrire e proteggere le viti, evitando l’uso di sostanze chimiche sintetiche come pesticidi, erbicidi e fertilizzanti di sintesi. Alcuni tra i principi chiave della viticoltura biodinamica includono:
- I preparati biodinamici, dove vengono utilizzati compost preparati da sostanze come estratti di piante, letame bovino o compost preparati in determinate condizioni. Questi compost, chiamati “preparati biodinamici”, vengono applicati al suolo o alle viti per migliorare la sua vitalità e promuovere la salute delle piante.
- Cicli lunari e planetari: la viticoltura biodinamica tiene conto dei cicli lunari e planetari per determinare i momenti migliori per effettuare determinate operazioni agricole, come la potatura, l’irrigazione e la vendemmia.
- Biodiversità e equilibrio vengono immessi nell’ambiente circostante la vigna, ad esempio attraverso la presenza di piante copertura, alberi o arbusti, che contribuiscono a creare un equilibrio ecologico.
L’obiettivo della viticoltura biodinamica è quello di produrre vini di qualità che riflettano le caratteristiche uniche del terroir e dell’ecosistema in cui sono coltivate le viti. Tuttavia, è importante notare che l’efficacia e la validità scientifica di alcuni aspetti della viticoltura biodinamica sono ancora oggetto di dibattito e interpretazione.
Fermentazione spontanea dei vini naturali
Invece di aggiungere lieviti commerciali, spesso i produttori di vini naturali permettono alle uve di fermentare utilizzando i lieviti naturalmente presenti sulla buccia dell’uva o nell’ambiente circostante. Si tratta quindi di un processo di fermentazione che avviene spontaneamente senza l’aggiunta di ceppi di lieviti o batteri selezionati.
Questa tecnica è stata tradizionalmente utilizzata nella produzione di bevande alcoliche come il vino e la birra. Nel caso del vino, ad esempio, gli zuccheri presenti nell’uva vengono convertiti in alcol etilico e anidride carbonica dai lieviti autoctoni.
La fermentazione spontanea può dare origine a profili aromatici unici nei vini prodotti: dal momento che la composizione microbiologica può variare, i microrganismi presenti possono produrre diversi composti aromatici, contribuendo a una gamma più ampia di sapori, aromi tra le caratteristiche organolettiche di questo tipo di vini.
Conclusioni
Premesso che il termine “vino naturale” non è regolamentato a livello internazionale e non esistono standard ufficiali per definirlo, abbiamo visto come esistano alcune metodiche produttive in grado di rispecchiare alla perfezione l’esigenza che c’è di vini che siano il più possibile organici, sostenibili e non artefatti.
In definitiva, i vini naturali rappresentano un movimento enologico che promuove pratiche sostenibili e che prevedono di intervenire il meno possibile durante il processo di vinificazione.
Questo significa evitare l’aggiunta di sostanze chimiche come enzimi, lieviti selezionati, correzioni di acidità o aggiunta di zucchero. L’obiettivo è lasciare che il vino si sviluppi in modo naturale, riflettendo le caratteristiche dell’annata e delle uve.
Di conseguenza i vini naturali possono essere soggetti a una maggiore variabilità rispetto ai vini convenzionali, e per questo mostrare caratteristiche peculiari e talvolta imprevedibili, un’unicità sicuramente da scoprire.