La parola “vin brulè“, tradotta dall’inglese, significa vino bruciato. Si tratta di una caratteristica bevanda dal sapore speziato e fruttato, da servire calda e accompagnata da una grande varietà di pietanze: non solo dolci ma anche snack e secondi piatti. La preparazione del vin brulè, chiamato anche mulled wine, viene effettuata utilizzando il vino rosso: si tratta di una bevanda tipica delle zone montane d’Italia, anche se in generale, in tutta l’Europa centrale, si usa consumarla durante la stagione invernale.
Nel corso del periodo natalizio poi, il vin brulè in molte zone d’Italia viene quasi considerata una tradizione immancabile: una bevanda che unisce nel calore dell’atmosfera natalizia e aiuta a rifocillarsi nelle giornate più fredde.
Ma come si prepara, esattamente il vin brulé? E da dove ha origine questa gustosa bevanda invernale?
Tradizione e varianti del vino caldo
La tradizione legata al vin brulè è piuttosto antica, nelle regioni più fredde d’Italia questa bevanda è persino considerata un rimedio per contrastare i tipici malanni di stagione: raffreddore e influenza, un po’ come la classica tisana decongestionante.
La tradizione chiede infatti che il vin brulè sia preparato soprattutto durante la stagione invernale: una bevanda immancabile nelle giornate di festa, non a caso viene spesso definito “vino di Natale”. Una ricetta specifica del vin brulè tuttavia, come vedremo nel dettaglio, non esiste, fin dall’invenzione della bevanda si sono succedete diverse varianti, anche se gli ingredienti basilari per la sua preparazione sono sempre gli stessi: spezie, agrumi, vino rosso e zucchero (il vino impiegato cambia in base alla Regione di appartenenza).
Nelle varie versioni effettuate cambiano in particolare le spezie usate: in alcune regioni viene usato lo zenzero o il cardamomo, in altre vengono aggiungi pezzetti di mela o chiodi di garofano. Grazie all’impiego del processo di bollitura del vino, tutte le varianti sono comunque gustose e caratteristiche: il risultato è sempre intenso e profumato, una bevanda ideale da accompagnare alle caldarroste o, perché no? A torroni e strudel.
Tradizionalmente, il vin brulè, viene offerto nei vari mercati di paese nel corso del periodo natalizio, in molti casi è possibile gustarlo per strada appena pronto: caldo e intenso come vuole la tradizione. Le origini di questo vino caldo sono piuttosto antiche, e come suddetto anche le ricette sono molto cambiate nel corso del tempo.
È probabile che anticamente, la produzione del vino caldo nacque in Grecia, prevalentemente come bevanda digestiva e a fine pasto. Le origini sono dunque molto antiche e anche le ricette sono cambiate nel tempo. Scopriamo assieme qual è la storia e la ricetta tradizionale del vin brulè.
La diffusione del vin brulè: una tradizione perpetrata fino ai giorni nostri
Originariamente il vin brulè veniva chiamato “conditum paradoxum“, e proprio come oggi era un vino scaldato nel fuoco e aromatizzato con miele e spezie, perlopiù pepe nero.
Nel corso del tempo il vin brulè, poi arrivato dai greci ai romani, cominciò a essere valorizzato come prodotto con proprietà energizzanti e curative, si pensa infatti che la sua introduzione sia dovuta a Ippocrate: un medico che sosteneva la presenza di proprietà curative e lenitive nelle spezie. Ciò significa che il vin brulè, con molta probabilità, veniva usato anche nel Medioevo, anche se naturalmente con il passare degli anni è cambiato pur mantenendo come ingredienti basilari il vino e le spezie.
Nel corso del tempo la bevanda cambiò qualità, ingredienti e gusto, soprattutto grazie al tocco degli svedesi che inventarono il “glogg“: un vino rosso riscaldato e speziato a cui veniva aggiunto il cognac. Oggi il glogg svedese presenta delle caratteristiche simili al passato: viene preparato con il vino rosso, con la cannella e l’anice stellato, lo zenzero, l’arancia, l’uva passa e pezzetti di mandorla, ma aggiungendo una parte alcolica: appunto il cognac.
Ed è proprio con la bevanda svedese che il vino riscaldato inizia a essere considerata una bevanda natalizia, perché a partire dall’Ottocento questo prodotto viene offerto come specialità tipica, nonché venduto nei mercatini di natale in apposite bottiglie decorate a mano, da consumare o regalare per le festività. A partire da quel momento le ricette iniziano a variare e fanno il giro del mondo, il vin brulè comincia a diventare molto popolare e soprattutto apprezzato.
Gli ingredienti basilari e le caratteristiche del vino caldo
Il vin brulè che conosciamo oggi, dunque, giunse dal Nord Europa e arrivò nel territorio italiano con il passare degli anni, diffondendosi nelle varie regioni.
In tutte le ricette il vino viene sempre bollito, unendo zucchero e miele con diverse spezie. Queste ultime vengono amalgamate sapientemente mentre si manda in ebollizione il vino. In alcuni casi viene aggiunta la cannella e lo zenzero, mentre in altri persino la buccia di agrumi (ad esempio di limoni), con spicchi di mandarino.
Il vino utilizzato per preparare la bevanda cambia in base al luogo di preparazione, nella maggior parte dei casi viene utilizzato quello rosso, ma nulla vieta di preparare la ricetta con il vino bianco.
Quale vino usare per la preparazione del vino caldo?
In vin brulè, essendo una bevanda preparata con il vino, ha una certa gradazione alcolica. Quest’ultima naturalmente dipende dal tipo di vino che viene usato per la ricetta, se si vuole ridurre si consiglia di aumentare il tempo di cottura (normalmente il vin brulè è pronto in cinque/sette minuti), ma se si vuole ridurre la gradazione alcolica si può portare l’ebollizione fino a dieci/quindici minuti, facendo attenzione a mescolare costantemente.
Il vino migliore per preparare la ricetta è quello corposo, capace di determinare il risultato finale, che sia un sangiovese, un merlot, un syrah, un nero d’avola o quello che preferite. È sempre sconsigliato scegliere vini di scarsa qualità, pena un gusto poco intenso e profumato.
Come si prepara il vin brulè? Ricetta e procedura
Si è visto che non esiste una ricetta specifica del vin brulè, perché in varie parti del Nord Europa sono presenti diverse variazioni.
Se volessimo seguire una preparazione base, tuttavia, basterebbe unire i seguenti ingredienti: un litro di vino rosso, cannella (ne bastano due stecche piccole), quattro o cinque bacche di ginepro, un pò di scorza di agrumi non trattati a piacere (ad esempio di un’arancia, di un cedro o di un limone), pezzetti di mela, una noce moscata (quest’ultima deve essere grattugiata, ne basta un cucchiaino raso) e 100 grammi di zucchero. Se si desidera si possono aggiungere otto chiodi di garofano e, in base alle preferenze personali, un anice stellato.
Come prima cosa bisogna versare lo zucchero all’interno di un contenitore d’acciaio, l’importante che non abbia i bordi troppo alti. A questo punto si possono aggiungere via via gli altri alimenti. Per preparare la ricetta basta infatti unire questi ingredienti e accendere il fuoco, in modo da versarli all’interno di una grande pentola insieme al vino.
La fiamma va tenuta al minimo ed è necessario portare il vino ad ebollizione, tenendolo sul fuoco per cinque minuti circa, fino a quando lo zucchero non appare completamente sciolto. A questo punto è sufficiente filtrare il vino con l’aiuto di un colino, per eliminare grumi e pezzetti di frutta. Il vino caldo deve essere gustato liscio, per questo motivo è importante usare un colino a maglie fini. Essendo una bevanda tipica della stagione invernale, va gustata calda, ma se si desidera si può lasciare due/tre minuti a riposo prima di berla o servirla.
Abbinamenti con il vin brulè: quali cibi si accompagnano bene a questa gustosa bevanda?
Il vin brulè si abbina perfettamente a tutta la pasticceria secca: strudel, dolci a base di cioccolato, castagne, biscotti e torte. Molte persone amano consumarlo anche con frutta secca e cibi salati, secondi piatti, pasta sfoglia, snack e tartine.
Non ci sono limiti per gustarlo, il vin brulè è la bevanda alcolica che, forse più di tutte, sa ricreare una calorosa e piacevole atmosfera natalizia.