Salmanazar: un formato di bottiglia tutto da scoprire

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Se c’è un vino amato e capace di portare una particolare raffinatezza nell’aria, creando un’atmosfera nel segno dell’esclusività, non ci sono dubbi: è lo Champagne. All’interno di questa categoria troviamo diverse tipologie e ulteriori classificazioni, ma anche particolari produzioni e formati di bottiglie. 

È questo il caso del Salmanazar, un nome altisonante e di cui andiamo a scoprire l’origine. Il termine viene utilizzato per definire uno specifico formato di bottiglia, adoperato soprattutto per le bottiglie Champenoise, nonché per quelle borgognotte e bordolesi.

Si caratterizza per una capacità particolarmente elevata e di per sé non è da considerare una tipologia di bottiglia perfetta per il prosecco, vista l’alta capacità di contenimento, pari a 9 litri e corrispondente a ben 12 bottiglie da 0,75: il prosecco è infatti un vino giovane e predilige formati più piccoli.

Quanti calici di spumante si riescono a ottenere con una bottiglia di Salmanazar? Ben 72 ed è quindi una delle misure più grandi, pur non essendo la più grande. In questo articolo vi portiamo alla scoperta dei formati delle bottiglie, concentrandoci proprio su quella denominata Salmanazar. Questa parola non ha forse un suono affascinante e dal potere evocativo?

Una panoramica sui formati delle bottiglie

Le bottiglie di tipo standard vedono un formato generalmente compreso tra 0,25 e 1,5 litri. L’aspetto interessante è non solo che non sono le uniche opzioni disponibili, ma che una volta superato il formato magnum, pari a 2 litri, cominciano i nomi suggestivi e particolari: tra questi c’è anche quello di Salmanazar.

Il formato ideale? Produttori ed esperti sono soliti prediligere le bottiglie di piccole dimensioni, dal momento che permettono di accelerare il processo di invecchiamento nel suo complesso. Come abbiamo accennato parlando dello spumante prosecco, sono indicate soprattutto per i vini giovani.

Consentono, inoltre, di dare modo di provare una nuova produzione, senza “obbligare” la persona a dover acquistare una bottiglia più grande e che dà, quindi, minori sicurezze, a fronte di un maggiore rischio che possa incontrare il suo gusto personale.

Le bottiglie di dimensioni più piccole non sono indicate per quelle produzioni che prevedono un tempo di invecchiamento superiore. Come mai? Per il semplice fatto che il vino è solito relazionarsi a contatto con l’aria: più è ampio il divario tra le due componenti, più aumentano le probabilità di andare incontro a ossidazione.

Il formato ideale per le produzioni che richiedono anni di maturazione? Dal magnum in sù, essendo in tali soluzioni la percentuale di aria ben inferiore rispetto alle misure più piccole in relazione alla quantità di vino.

Il vino, quindi, va a maturare più lentamente nelle bottiglie di dimensioni maggiori. Ciò si verifica anche grazie anche al fatto che i livelli di luce e di temperatura hanno un effetto inferiore rispetto al liquido che si trova al loro interno. 

Elenco dei formati disponibili

La misura di riferimento in ambito enologico per quanto riguarda i formati delle bottiglie è la cosiddetta Bouteille, pari a 0,75 litri. Riportiamo di seguito un elenco completo con i vari formati, c’è naturalmente anche il Salmanazar:

  • Piccolo (Quarto in Italia): 0,2 litri.
  • Demie (Mezza bottiglia in Italia): 0,375 litri.
  • Bouteille: 0,75 litri.
  • Magnum: 1,5 litri; equivale a 2 bottiglie.
  • Jeroboam: 3 litri; equivale a 4 bottiglie.
  • Rehoboam: 4,5 litri; equivale a 6 bottiglie.
  • Mathusalem (o Impériale): 6 litri; equivale a 8 bottiglie.
  • Salmanazar: 9 litri; equivale a 12 bottiglie.
  • Balthazar: 12 litri; equivale a 16 bottiglie.
  • Nabuchodonosor: 15 litri; equivale a 20 bottiglie.
  • Salomon: 18 litri; equivale a 24 bottiglie.
  • Primat: 27 litri; equivale a 36 bottiglie.

Questa classificazione viene riportata da una delle autorità in ambito enologico, nientemeno che il produttore Moet & Chandon, una delle aziende storiche nella produzione dello Champagne, fondata durante il regno di Luigi XV, vissuto tra il 1710 e il 1774.

Vi proponiamo alcune considerazioni di base, a sintesi di quanto detto fino a ora, per cercare di risultare i più chiari possibile:

  • Le bottiglie più grandi, dalla magnum in sù, sono utilizzate per lo più per i vini che necessitano di invecchiamento.
  • Si tratta di un aspetto fondamentale nella produzione del vino per la sua qualità.
  • Le bottiglie enormi si trovano con più difficoltà sul mercato, ce ne sono anche di più capienti rispetto a quelle che vi abbiamo indicato, ma risultano decisamente meno pratiche da consumare.
  • Le bottiglie di dimensioni inferiori sono da preferire per i vini che non necessitano di tempi prolungati di invecchiamento. Un esempio classico è il prosecco, per il quale non sono previste bottiglie come il Salmanazar in quanto non ha possibilità di invecchiare, dal momento che l’età giovane è uno dei tratti caratteristici della sua produzione. Il tempo massimo è di due anni ed è possibile procedere con l’affinamento direttamente in bottiglia adoperando un metodo Ancestrale.

Il nome Salmanazar

Da dove deriva il nome Salmanazar e perché è stato utilizzato proprio in ambito enologico? Per scoprirlo bisogna tornare indietro nel tempo, per l’esattezza all’VIII secolo a.C. È in tale epoca che è vissuto un re assiro il cui nome è, appunto, Salmanazar.

In realtà, l’informazione che vi abbiamo appena riportato è parzialmente esatta, ma ci piace lasciare un po’ di mistero: hanno governato con il nome di Salmanazar ben cinque re. Ecco ulteriori dettagli:

  • Salmanazar I è stato attivo in Assiria tra il 1275 e il 1245 a.C.
  • Salmanazar III è stato un grado conquistatore.
  • Salmanazar V, che in realtà è quello di riferimento in ambito enologico, è passato alla storia per aver regnato dal 727 al 722 a.C. e per aver invaso in tale periodo la Palestina, sconfiggendo Israele e assediando Tiro e Samaria.

Per concludere, sul perché si utilizzi proprio il nome Salmanazar per i nomi delle bottiglie rimane po’ nella leggenda. Il punto di partenza dal punto di vista storico, e su questo non ci sono dubbi, è la Bibbia, dal momento che anche altri nomi come Jeroboam, Rehoboam, Mathusalem, Balthazar, Nabuchodonosor e Salomon hanno la medesima origine.

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