Pedoclima: cos’è e come funziona

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Il pedoclima è definibile in ambito enologico semplicemente come il clima del terreno e rientra tra gli elementi da valutare all’interno del cosiddetto terroir ovvero mix tra suolo, uomo e clima. Per la sua valutazione ci si avvale di indici sia chimici sia fisici che permettono di avere parametri utili a comprendere l’evoluzione climatica in ogni stagione.

La conoscenza di questo tipo di indicazioni, e la condivisione con addetti ai lavori e il consumatore finale, permette alle realtà viticole di identificare quali sono le caratteristiche della singola produzione e di volta in volta gli accorgimenti necessari a fare in modo che il raccolto delle uve sia il migliore possibile.

L’influenza del pedoclima nel vino

L’influenza del clima del terreno per quanto riguarda la produzione del vino e le sue stesse caratteristiche è qualcosa che i produttori hanno presente fin dai tempi antichi. Si tratta di un fattore considerato anche a livello commerciale, attraverso una regolamentazione di stampo internazionale.

L’insieme contempla fattori biologici, umani e fisici, i quali si influenzano a vicenda gli uni con gli altri, come avviene in natura in tutti gli ecosistemi. 

Il pedoclima, come abbiamo accennato poc’anzi, va considerato all’interno del concetto di terroir, secondo il quale la vite riesce a crescere in maniera ottimale quando vi sono le opportune caratteristiche per quanto riguarda la relazione tra uomo, ambiente e, appunto, clima.

Quali sono gli elementi da considerare nella valutazione del pedoclima nel vino? Principalmente i seguenti:

  • Venti e loro direzionalità.
  • Esposizione ai raggi del sole.
  • Durata del giorno.
  • Presenza di CO2 nell’ambiente.
  • Temperatura.
  • Umidità.
  • Incidenza delle precipitazioni.

È bene tenere presente che la vite ama il caldo, ma non in maniera eccessiva: il clima ideale è quello temperato e sono adatte sia zone marine che collinari, persino montane, viste gli ultimi cambiamenti climatici. 

I fattori climatici e atmosferici sono oggetto di valutazione da parte di una disciplina specifica nell’ambito agricolo ed enologico, l’ecologia della vite, specializzata in tutto ciò che interessa il terroir. 

Pertanto, a dover essere considerati sono non solo gli aspetti prettamente agricoli ma anche l’interazione con l’uomo, determinante in linea generale sulle evoluzioni che vedono al centro il rapporto uomo-natura: basti pensare a fenomeni quali effetto serra e buco dell’ozono.

La misurazione del pedoclima

È possibile misurare il clima? Gli ultimi studi dimostrano di sì, a patto di considerare diversi fattori all’interno di discipline quali climatologia ed ecofisiologia della pianta della vite: ci vuole quindi un’ampia gamma di conoscenze per ottenere un quadro della situazione.

Uno studio dettagliato che parte da uno sguardo rivolto al passato e al presente nonché verso il futuro, in maniera tale da poter capire in che modo predire l’impiego di metodologie enologiche e colturali.

Nell’ambito del pedoclima sono è necessario considerare tre aspetti fondamentali: macroclima, mesoclima e microclima. Andiamo ad analizzarli nel dettaglio.

Macroclima

Il macroclima è definibile come il clima che interessa una zona geografica piuttosto estesa, ad esempio un continente. Ne fanno parte, quindi, quegli elementi che influenzano a livello globale la singola regione, a fronte di temperature che possono essere raggruppate come fresche, temperate e calde.

La valutazione del macroclima è fondamentale per un’analisi generale e avere uno sguardo di ampia prospettiva, a fronte di una somma di fattori climatici che hanno un’influenza notevole a livello microscopico.

Sono diversi gli indici attualmente adoperati e tra questi troviamo la classificazione fatta dall’U.C. Davis, la quale prevede un numero complessivo di 5 gruppi climatici. Aldilà della metodologia impiegata, l’importante è considerare l’obiettivo dell’analisi del macroclima: quella di selezionare i migliori vitigni per la singola regione, in armonia con il clima e il suo andamento.

Tra gli aspetti che presentano una maggiore influenza troviamo la vicinanza con l’oceano, la presenza di catene montuose, la dominanza di un vento piuttosto che un’altro, la velocità del vento, per fare degli esempi concreti.

Mesoclima

Il mesoclima viene definito a partire dalle variazioni che presenta il macroclima vinicolo, in particolare in relazione ai gradienti (altitudine, vicinanza al mare, ecc. ecc.) e ai rilievi (pendenza, esposizione, ecc. ecc.).

La misurazione viene fatta in relazione soltanto a una zona di rilevazione, a fronte di un’estensione di 10 km o di alcune decine di km. La topografia può apparire piuttosto variegata e tale distanza può essere abbassata in maniera anche inferiore a 1 km.

L’influenza del mesoclima si rivela spesso decisiva nella qualità di una determinata produzione vinicola, come accade per fare un esempio rispetto alla considerazione dell’altitudine nel Mediterraneo. 

Microclima

Il microclima va interpretato a livello di valutazione della coltura, per quanto riguarda il bioclima o il fitoclima. Le distanze in questo caso si misurano in metri, da 1 metro fino a 10 metri, persino a qualche decina di metri.

Particolare impatto ha la relazione con l’aspetto idrico e la temperatura, in relazione alla crescita della pianta e alla sua parte sotterranea. Come nel caso del macroclima e del mesoclima, l’ampiezza delle variazioni climatiche risulta piuttosto estesa. 

Cosa cambia? Semplicemente il punto di osservazione, più ridotto, e focalizzato su come si comporta la singola pianta.

La misurazione temporale del pedoclima

La misurazione temporale del pedoclima è qualcosa di complesso e prevede l’adozione di diverse scale. Il primo parametro da considerare è la cosiddetta variabilità intra-annuale e contempla indici bioclimatici che vedono un ciclo vegetativo medio di circa 6 mesi.

L’altro fattore da tenere presente è la variabilità inter-annuale, ovvero l’influenza di tutto ciò che ruota intorno al clima durante l’intero arco dell’anno. Uno degli aspetti più influenti è rappresentato dal bilancio idrico potenziale.

Infine, c’è una terza variabilità da contemplare, ed è quella ciclica e vede un arco di tempo secolare e talvolta persino millenario. Nell’epoca attuale, si tratta di tutti quei fattori inerenti il cambiamento climatico e la sua incidenza.

Conclusioni: Pedoclima e terroir

La tipicità dei vini, nonché l’eccellenza della singola produzione, denota una forte influenza del pedoclima e di tutto ciò che lo contraddistingue all’interno del terroir. 

Pertanto, prima di procedere a una coltivazione in un dato modo piuttosto che in un altro è necessario tenere presenti tanto li aspetti generali, come quelli del macroclima e del mesoclima, quanto quelli più dettagliati: il microclima all’interno della vegetazione e dei grappoli, nonché il volume di legno vecchio che si va a formare di anno in anno, per fare degli esempi. 

Per concludere, l’analisi del pedoclima appare tanto complessa quanto essenziale, risultando uno degli elementi capaci di fare la differenza nella produzione vinicola non soltanto nel breve ma anche nel lungo periodo.

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