Il patentino per agrofarmaci e fitofarmaci (PAN) rappresenta uno dei pilastri della cosiddetta sostenibilità green.
Si tratta di un certificato che consente di maneggiare (e acquistare) i prodotti detti fitosanitari, ovvero quelli classificati come nocivi o tossici per tutti gli esseri viventi: piante, animali e uomo, naturalmente.
L’utilizzo di tali formulazioni in ambito enologico è consentito dalla legge solo in alcune circostanze, disciplinate proprio attraverso questa particolare abilitazione professionale.
Premessa: cosa si intende per fitofarmaci
Con il termine fitofarmaci si fa riferimento a quei prodotti adoperati nel solo ambito agricolo per la tutela dei vegetali e dei loro processi vitali.
Essi sono pensati nell’ottica di proteggere e difendere le piante dalla presenza di parassiti e agenti patogeni, in maniera tale da evitare che infestanti o agenti esterni possano prendere il sopravvento, così da ottenere standard agricoli di qualità superiore.
I fitofarmaci sono catalogati secondo diverse categorie, tra cui anticrittogamici, fungicidi, diserbanti, antiparassitari, repellenti, fitoregolatori, ecc. ecc.
Il loro utilizzo è stato regolamentato in Italia in maniera più approfondita in seguito all’entrata in vigore delle norme sugli agrofarmaci approvate dalla Comunità Europea (la direttiva 128/2009) e con la disposizione del D.L. 150/2012.
Con tali documenti la denominazione “fitofarmaci” va a coincidere con quella di “agrofarmaci professionali”, termini che possono essere utilizzati come sinonimi e che comportano l’adozione di specifici parametri anche per quanto concerne l’etichettatura.
Gli agrofarmaci presentano al loro interno una composizione che prevede l’impiego di due o più sostanze la cui miscelazione dà luogo alla formulazione ultima.
Ogni fitofarmaco ha all’interno sostanze attive, antidoti agronomici, sinergizzanti e coadiuvanti.
Particolare importanza ha la sostanza attiva, la quale presenta un’azione contro gli organismi nocivi. La sua conoscenza risulta perciò decisiva rispetto all’azione del trattamento e alla sua funzione.
Patentino per agrofarmaci: di cosa parliamo
Cos’è, dunque, il patentino per fitofarmaci o agrofarmaci? Si tratta di una certificazione che consente, a chi la sostiene, di poter acquistare i prodotti fitosanitari senza rischiare di incorrere in sanzioni e in linea con quanto predisposto dal legislatore a livello normativo.
Per alcune professioni risulta un requisito professionale indispensabile per potervi accedere: rientrano in tale categoria giardinieri e agricoltori nonché coloro che lavorano in agricoltura con partita IVA.
Ma esistono dei fitofarmaci che non necessitano di abilitazione per l’acquisto? La risposta è affermativa e più nel dettaglio sono quelli appartenenti alle seguenti categorie:
- PFnPE, ovvero prodotti fitosanitari per uso non professionale per la difesa delle piante edibili.
- PFnPO, ovvero prodotti fito professionali per uso non professionale.
Il patentino per agrofarmaci è stato introdotto per monitorare l’acquisto e l’impiego dei fitofarmaci in linea con le norme europee ed evitare che ne venga fatto un uso non solo scorretto ed eccessivamente impattante per l’ambiente ma anche per la salute.
L’anno in cui è stato reso obbligatorio è il 2015.
Le tipologie di patentino per agrofarmaci consentite dalla legge
Non esiste una procedura unilaterale per ottenere il patentino per fitofarmaci, in quanto esso si trova conseguibile secondo tre tipologie:
- Certificazione per l’uso dei fitofarmaci. Tale abilitazione consente unicamente l’uso dei fitofarmaci professionali e viene in genere conseguita da agricoltori e tecnici che sono attivi sul campo.
- Certificazione per la vendita dei fitofarmaci. Permette di effettuare la sola vendita ed è quindi effettuata per lo più dai commercianti o da quanti operano all’interno dei consorzi agrari.
- Certificazione per la consulenza di prodotti fitosanitari. Un percorso di formazione dedicato ai professionisti specializzati nell’attività di consulenza per i prodotti di difesa fitosanitaria (consulenti agricoli). Al centro della certificazione troviamo anche le produzioni quali quelle integrata e biologica, che presentano un impiego sostenibile degli agrofarmaci e la valutazione di soluzioni alternative. Il professionista può sia acquistare che vendere gli agrofarmaci professionali.
Quando è indispensabile avere un patentino per fitofarmaci? Come abbiamo avuto modo di accennare poc’anzi, è necessario per tutti gli operatori professionali dell’agricoltura, secondo standard diversi in relazione alla specifica mansione e attività.
Tra le categorie troviamo giardinieri e agricoltori, nonché manutentori del verde, utilizzatori professionali, compresi quelli attivi nel comparto enologico.
Come ottenere il patentino per fitofarmaci
Il patentino per agrofarmaci viene rilasciato da Regioni e Province Autonome in seguito a un corso che prevede la durata di 20 ore, le quali diventano 25 per la formazione dei consulenti agricoli (terza tipologia in elenco).
Per ottenere il rilascio è necessario aver conseguito un esame e aver frequentato minimo il 75% delle lezioni.
Il corso può essere fatto presso qualsiasi ente abilitato: scuole di formazione professionali, organismi quali Coldiretti e Confagricoltura e via dicendo.
Quanto dura il patentino per agrofarmaci? 5 anni, al termine dei quali può essere aggiornato secondo quanto previsto dalle norme sui fitofarmaci.
Pertanto, esistono dei requisiti indispensabili per conseguire la terza tipologia, quella di consulenza:
- Maggiore età.
- Possesso di un diploma di scuola superiore o di una laurea in discipline agrarie, forestali o equiparate.
- Se l’iscritto al corso è straniero deve avere un certificato che attesta la padronanza della lingua italiana, sia scritta che orale, di livello A2.
Consulente agricolo e agronomo: cosa cambia per l’uso dei fitofarmaci professionali
Il consulente agricolo e l’agronomo sono due figure fondamentali nell’ambito enologico e non di rado possono essere conseguite parallelamente da uno stesso professionista.
Pertanto, un agronomo che non ha conseguito il patentino agrofarmaci, e non è perciò un consulente agricolo, non possiede i requisiti di abilitazione per consigliare quali prodotti di tale categoria acquistare o utilizzare.
L’unico modo in cui può avere le competenze per proporsi come consulente senza un patentino è quello di aver maturato un numero di anni stabilito per legge nei controlli fitosanitari.
Conclusioni: patentino per agrofarmaci e settore vitivinicolo
Il patentino per agrofarmaci è un requisito indispensabile nei vari settori dell’agricoltura e quello vinicolo non fa eccezione.
Un discorso che vale sia per le produzioni standard e ancora di più per quelle che vedono al centro una spiccata cultura della sostenibilità: biologiche, biodinamiche e via dicendo.
Per le aziende avere dei professionisti che hanno ottenuto tali certificazioni è indispensabile a più livelli, dal momento che i prodotti fitosanitari necessitano in più di un’occasione di venire usati in maniera imprescindibile (oltre che con le opportune accortezze).