Per i grandi appassionati e veri intenditori, il bicchiere da vino non è solo un contenitore destinato alla sua degustazione, ma una teca, uno scrigno dove il contenuto viene valorizzato, e le sue caratteristiche uniche esaltate e protette fino all’assaggio. Ogni vino ha una sua personalità e il bicchiere deve poter rendergli onore.
Per la produzione di un buon vino vengono impiegate tempo e risorse preziose e il bicchiere ricopre un importante ruolo: è il mezzo di passaggio dalla conservazione alla degustazione, nonché costituisce un elemento di grande eleganza per abbellire le tavole e le esposizioni enogastronomiche. Negli anni lo sviluppo di specifici bicchieri da vino si è raffinato mettendo a disposizione più tipi destinati a più generi di vino oggi in produzione.
Cenni storici sul bicchiere da vino
La storia della produzione e consumazione del vino risale alla Preistoria, quasi al pari della storia dell’umanità. La prima prova di vinificazione è stata rinvenuta in Armenia con la scoperta della più antica cantina per la conservazione del vino, risalente ad oltre 4.000 anni prima della nascita di Cristo.
È noto che il consumo di vino sia stato presto associato a funzioni religiose, fin dal più remoto politeismo, col culto di Bacco nell’Antica Roma e Dionisio per l’Antica Grecia. Per quanto concerne lo stato alterato di coscienza dovuto all’assunzione di vino, noto come ubriachezza, veniva considerato come una sorta di trance mistica a cui si sottoponevano i sacerdoti dell’epoca. Per questo motivo nasce presto la necessità di contenere ed assumere il vino attraverso stoviglie pregiate, facilmente maneggevoli sempre nel rispetto del rito sacro. Ancora oggi il vino e i suoi sacri calici sono fortemente presenti nelle cerimorie ebraiche e cristiane.
A partire dal IV secolo a.C. cominciano ad apparire i contenitori di bevande in vetro, e quindi anche quelli appositi per il vino. Questi vennero originariamente realizzati in Egitto, Medioriente e anche in Italia. Intorno al 1400 le prime creazioni del bicchiere a calice in vetro sono, con molte probabilità, attribuibili alla zona dell’odierna Venezia, dov’è nota la più antica lavorazione vetraria di tutta Europa.
L’evoluzione estetica è stata affinata nei secoli successivi. Il bicchiere A Tulipano, come lo conosciamo, risale al XX secolo, quando alla coppa venne aggiunto lo stelo, il gambo sottile che lo lega al piede. Secondo una ricerca pare che un bicchiere attuale risulterebbe fino a sette volte piú grande rispetto ad uno utilizzato due secoli fa. Questo in parte era dovuto ad un’antica tassa sul vetro, ma anche ad un evidente e progressivo aumento della consumazione di vino in tutto il mondo, non solo durante i pasti ma anche per aperitivi, incontri occasionali e momenti conviviali.
Come favorire una corretta degustazione
Per poter degustare al meglio un qualsiasi tipo di vino è determinante che si creino le condizioni tali per poterne esaminare aspetto, odore, gusto e consistenza senza alterazioni di alcun genere. Non solo il bicchiere è importante, ma anche una serie di presupposti che, se non rispettati, potrebbero compromettere la valutazione della bevanda.
Durante una degustazione, l’illuminazione deve essere tale da non alterare i colori. Il colore dominante deve essere il bianco; gli altri colori potrebbero confondere i riflessi e il colore puro del vino. La temperatura ideale dovrebbe attenersi tra i 18 e i 20 °C. L’ambiente non deve essere influenzato da odori forti o forzati, come profumatori o pietanze particolarmente fragranti.
La temperatura di servizio del vino al momento della degustazione non deve essere troppo bassa in quanto il freddo inibisce l’emanazione delle sostanze aromatiche. Inoltre il bicchiere non deve mai essere riempito fino all’orlo in quanto troppo liquido, non permette una facile roteazione nel bicchiere e le particelle odorose restano imprigionate.
Utilizzare un bicchiere a forma di tulipano chiuso dal bordo sottile e in vetro trasparente ed incolore; meglio ancora se in cristallo. Il calice deve sempre prevedere lo stelo per l’impugnatura, in modo da permettere una corretta impugnatura alla base, per evitare di scaldare il vino ed evitare che gli odori propri, si confondano con quelli del vino nel calice
Tipi di bicchieri da vino
Esistono diversi tipi di bicchieri da vino, che variano per forma, dimensioni e caratteristiche. Ogni bicchiere è studiato per elevare i pregi di un determinato tipo di vino. Esistono in totale circa una quindicina di tipi, inclusi quelli da spumante e quelli per vini liquorosi.
Per un vino giovane, delicato e ricco di acidità sia bianco che rosato, con profumi floreali e fruttati, è ideale un bicchiere non molto ampio così da evitare che gli odori svaniscano velocemente. E’ indicato quindi un bicchiere a tulipano, con i bordi superiori appena svasati.
Se invece il vino bianco è più profumato e strutturato è richiesta una maggiore ampiezza del calice che possa contenere una concentrazione maggiore di aromi nel bicchiere, con una forma sempre elegantemente allungata
Sempre tra i bianchi, gli spumanti sono serviti esclusivamente nell’apposita flûte, bicchiere dalla forma stretta e allungata. Questo permette di preservare le bollicine ed apprezzarne il perlage e l’effervescenza.
I bicchieri dei vini rossi di media struttura ed evoluzione hanno un calice ancora più ampio, per permettere una buona ossigenazione del vino e una perfetta liberazione dei profumi. Più aumentano struttura e ricchezza delle sensazioni olfattive, più l’ampiezza del calice diventa importante.
Si arriva così a bicchieri di grandi dimensioni adatti per i vini rossi di lungo affinamento, strutturati e dotati di un ampio boquet
Per vini liquorosi, come il Marsala o il Porto esiste un tipo di bicchiere detto Barbaresco, riconoscibile da un’apertura accentuata e dalle modeste dimensioni. Quest’apertura permette alla densità dei vini liquorosi di centrare subito la lingua del degustatore che noterà per primo la nota dolce e il forte aroma.
Curiosità sul bicchiere da vino
Un’usanza tradizionale, prima di sorseggiare il vino, è quella di brindare urtando i bicchieri. Questo gesto risale all’antica Roma, quando il brindisi era un gesto di alleanza e patto tra due o più commensali. L’urto avveniva in maniera decisamente più aggressiva rispetto ad oggi e certamente con bicchieri più resistenti, come in ceramica spessa e in metallo. Incrociando con decisione i bicchieri, le gocce di vino potevano facilmente contaminarsi e mischiarsi. Questa era una dimostrazione di come il vino fosse uguale per tutti e che nessuno potesse avvelenare il bicchiere dell’altro inserendo del veleno di nascosto.
La parola “Cin Cin”, deriva dal cinese “ch’ing ch’ing” che significa “prego, prego”. Il termine fu importato dai marinai inglesi in commercio con la Cina imperiale e utilizzato successivamente in Europa come invito alla degustazione. Un’altra comune esclamazione è “Alla salute”, e quest’ultima ha origini mediterranee. Nell’Antica Grecia il vino era legato alle libagioni religiose, ovvero ad offerte in onore degli dei e dei defunti, i quali avrebbero ricambiato garantendo salute ai vivi.
Non tutti sanno che Pitagora, tra le sue invenzioni, progettò un calice capace di contenere solo una misurata quantità di vino per impedire ai commensali di berne in eccesso. Questo bicchiere, se riempito oltre il limite stabilito da lui come sufficiente, consentiva al contenuto di colare dal fondo.