La cantina Berlucchi perde il suo fondatore e la sua anima storica
Sarà solo una coincidenza oppure il degno epilogo di una vita spesa a creare vini degni di ogni gran festeggiamento, ma proprio durante le ultime festività natalizie si è spento uno dei più grandi enologi e imprenditori del nostro paese che ha reso grande un intero territorio come quello della Franciacorta e famoso in tutto il mondo il marchio Berlucchi che, da solo, è sinonimo di qualità eccelsa e competenza inarrivabile.
Franco Ziliani si è spento lo scorso 26 dicembre all’età di 90 anni, alla fine di un anno straordinario per le cantine Berlucchi che la premiazione nella guida 2022 di Gambero Rosso come migliore cantina dell’anno e il sessantesimo anniversario dalla prima bottiglia di Franciacorta da lui realizzata.
Ziliani può essere considerato a tutti gli effetti uno dei padri della moderna enologia italiana e, grazie anche al suo notevole fiuto imprenditoriale, è stato l’artefice della trasformazione del territorio collinare che si trova intorno al Lago d’Iseo nella regione vinicola di Franciacorta così tanto conosciuta e apprezzata oggigiorno.
Pur essendo un raffinato e perspicace giovane enologo già di suo, la sua storia e carriera sono strettamente legate all’altrettanto affascinate figura del conte Guido Berlucchi che, nel 1955, chiamò Franco Ziliani a Palazzo Lana in Borgonato (in provincia di Brescia) per trovare una soluzione ai problemi di stabilità che i vini prodotti nella sua tenuta presentavano.
Un incontro così importante e fortunato per le sorti della produzione vitivinicola italiana è stato più volte ricordato dallo stesso Ziliani che riportava l’emozione e l’aspettativa che animava. Egli racconta che, una volta arrivato alla tenuta del conte Berlucchi, un maggiordomo lo accompagnò nel salotto di Palazzo Lana Berlucchi e, più si avvicinava, più sentiva chiare e nitide le note della canzone “Georgia on my mind” che venivano suonate al pianoforte dallo stesso Guido Berlucchi che lo attendeva.
Una volta arrivato il suo ospite, il conte chiuse il pianoforte, salutò con gentilezza e calore il giovane enologo Ziliani e cominciò a chiedergli pareri ed eventuali soluzioni che potessero rendere il suo vino bianco poco stabile un vino ricco di personalità. Dopo aver conversato a lungo e aver trovato diversi punti di incontro, Ziliani suggerisce al conte Berlucchi una soluzione a cui nessuno fino ad allora aveva osato pensare: realizzare uno spumante alla maniera dei francesi che potesse competere a testa alta con la lunga tradizione d’oltralpe.
Franco Ziliani: colui che portò il Berlucchi e la Franciacorta a diventare celebre in tutto il mondo
Fu esattamente dopo quell’incontro così fortunato e quella proposta così coraggiosa che le sorti dell’intera regione vinicola di quel territorio vennero rivoluzionate in meglio dando vita ai moderni vini di Franciacorta che tanto lustro portano all’Italia nel mondo
La collaborazione tra Ziliani e il conte Berlucchi portò immediatamente alla sperimentazione di diverse soluzioni vinicole che, nei primi tempi, diedero vita ad annate poco fortunate, ma, convinti del loro intuito e dell’ottima qualità delle materie prime a loro disposizione, nel 1961 sigillarono ben 3.300 bottiglie di Pinot di Franciacorta che, stappate l’anno seguente, si dimostrarono eccellenti e divennero il punto di partenza di una produzione vitivinicola tra le più importanti d’Italia dal punto di vista qualitativo.
Per capire la svolta che Ziliani portò all’interno delle cantine Berlucchi, basti pensare che, se prima il Pinot del Castello veniva venduto a 200 lire, le prime bottiglie commercializzate sotto la sua direzione vennero vendute a 1.200 lire e, a riprova del suo eccellente intuito di enologo ed imprenditore, oggi le bottiglie di Berlucchi vendute nel mondo sono più di quattro milioni all’anno.
Proveniente dalla prestigiosa e importantissima scuola di enologica di Alba, Franco Ziliani è riuscito a portare avanti con perseveranza un’intuizione fortunata e lungimirante che ha lasciato un segno duraturo e indelebile nel mondo dei vini spumanti italiani. La sua passione per le bollicine era iniziata molto presto, infatti, come ha spesso raccontato lo stesso Ziliani, prima del suo diploma, in occasione del Natale, il padre aveva aperto una bottiglia di Champagne e da allora fu amore al primo sorso.
Come già accennato, i primi tre anni nelle cantine Berlucchi furono anni di sperimentazioni che portarono anche ad errori non prevedibili come, ad esempio, il vino che non rifermentava in bottiglia, la cristallizzazione dei lieviti sul fondo o la mancanza di attrezzature adeguate.
Le prime bottiglie di Berlucchi vendute a 1.200 lire, all’inizio, vennero accolte con scetticismo anche da Beppe, il cameriere tutto fare del conte Berlucchi che aveva il compito di venderle e che aveva pronosticato – con un certo pessimismo – che ci sarebbero voluti almeno vent’anni per riuscire a piazzarle tutte sul mercato.
Ma il tempo ha dato ragione a Ziliani e se all’inizio furono vendute tutte le 3.300 bottiglie di Pinot di Franciacorta, nel 1970 la cantina del conte Berlucchi vendeva 120.000 bottiglie, nel 1980 ne vendeva 1 milione e oggi ha raggiunto il considerevole e invidiabile traguardo dei 4,2 milioni di bottiglie.
Come disse egli stesso, sono stati tanti – e a volte anche fallimentari – i tentativi indirizzati ad impostare il suo lavoro e a far diventare il vino Berlucchi l’eccellente prodotto che è ora, ma egli non si è mai sentito arrivato così come non ha mai smesso di sperimentare e di cercare soluzioni innovative per i suoi prodotti senza mai trascurare l’alto livello qualitativo.
Infatti, la realizzazione di quel sogno portato avanti da Ziliani nelle cantine Berlucchi, e cioè la creazione di spumanti italiani che potessero competere egregiamente con quelli francesi, non si è fermata nel momento in cui l’esito è stato quello sperato, ma egli ha continuato a lavorare e sperimentare fino a rendere la Franciacorta una delle denominazioni più famose in Europa e nel mondo intero per quanto riguarda gli spumanti.
Lungo tutta la sua vita e la sua carriera Franco Ziliani non ha mai trascurato il rapporto con le manovalanze e con la terra che produceva i suoi vini, durante diverse conversazioni diceva di ricordare ancora il sapore dei vini bevuti da ragazzo, quegli stessi vini bianchi che, nonostante i pochi mezzi a sua disposizione, egli riusciva a rendere limpidi. Fu questa la sua principale qualità che lo rese noto ai tempi in cui il conte Berlucchi lo chiamò per togliere opacità al suo Pinot del Castello e arricchirlo di personalità. Il loro rapporto fu talmente stretto e fatto di stima e rispetto reciproci che divenne quasi naturale che, successivamente, il conte Berlucchi cedesse a Ziliani la sua cantina.
Il sodalizio tra Ziliani e Berlucchi ha letteralmente cambiato il volto della regione Franciacorta rendendola una delle zone più importanti a livello mondiale per quanto riguarda la produzione di spumanti Metodo Classico.
Già da tempo Ziliani aveva ceduto le redini dell’azienda Berlucchi ai suoi tre figli – Arturo, Cristina e Paolo – che ne facevano già parte e che, oltre a portare avanti l’eredità del padre, hanno messo in atto diversi accorgimenti orientati a guidare l’azienda con un’occhio alla contemporaneità e alla creatività, sempre nel solco della rinomata tradizione Berlucchi.
Esempio valido ne sono l’adozione di accortezze altamente sostenibili e la produzione di nuove linee come, ad esempio, la “61“, la “Palazzo Lana Riserva” e la “Berlucchi ’61 Nature“.