Ottenere un buon vino non significa semplicemente piantare un vitigno di qualità e aspettare la sua crescita, per la raccolta dell’uva e la successiva produzione. A un viticoltore è richiesto porre attenzione a molti aspetti della pianta e della sua crescita con per la fertilizzazione della vite.
È fondamentale che questa cresca forte, e per farlo ha un ciclo biologico ben prestabilito che deve rispettare con una certa attenzione e regolarità. Ad esempio, una corretta irrigazione permette di ottenere un corretto ciclo vitale della pianta e questo significa la produzione di ottimi frutti e, successivamente, di un ottimo vino.
Tra tutto ciò a cui il viticoltore deve porre attenzione, rientra anche la nutrizione e la fertilizzazione della vite.
Cos’è la fertilizzazione della vite?
La fertilizzazione consiste nel fornire al terreno sostanze di diversa tipologia con l’obiettivo di migliorare le sue caratteristiche o proteggere la pianta da determinate malattie.
In linea generale, la fertilizzazione fornisce alla pianta sostanze nutritive utili a far fronte a diverse problematiche o a migliorare le sue caratteristiche e dar così origine a un prodotto di migliore qualità.
In particolare, le sue funzioni sono:
- Concimazione: consiste nell’immettere nel terreno elementi utili allo sviluppo della pianta.
- Ammendamento: ovvero immettere sostanze in grado di migliorare le caratteristiche fisico-meccaniche della pianta.
- Correzione: con sostanze utili a correggere eventuali anomalie e favorire l’attività microbica.
Per un risultato ottimale, il fertilizzante deve essere distribuito sul terreno in maniera omogenea e questo deve successivamente essere sottoposto a controlli e manutenzione, quale l’aerazione, l’aratura e l’irrigazione.
Quando fertilizzare?
Esistono vari periodi adatti alla fertilizzazione della vite, in base a ciò che vogliamo introdurre nel terreno o gli obiettivi specifici che abbiamo, ma in linea generale il periodo migliore è l’autunno.
Se le piante durante l’estate sono state in buona salute, è buona usanza anche lasciare direttamente sul terreno i resti della potuta che andrà fatta a fine inverno. Questo permette a rami e foglie di biodegradarsi direttamente al suolo e integrare così le sostanze nutritive di cui la pianta ha bisogno.
Un altro momento indicato per la concimazione è poco prima del trapianto della vite, su quelle che vengono chiamate barbatelle, ovvero le piantine di vite ancora immature. Questo darà loro una carica di sostanze nutritive utili alla loro crescita.
In questo caso, l’ideale è usare un fertilizzante organico, come del letame o del compost, da mescolare alla terra di scavo nella buca, possibilmente nei primi 25 centimetri. Il materiale organico, infatti, ha bisogno dell’azione dei batteri aerobi, che si trovano solo nella parte superficiale del terreno, per trasformarsi in sostanze nutritive.
Tipi di fertilizzanti
La fertilizzazione della vite può essere principalmente di due tipologie:
- Fertilizzazione minerale, effettuata con prodotti industriali, dove vi è una grande concentrazione di sostanze nutritive necessarie alla pianta e che hanno una diffusione nel terreno più rapida, con un conseguente assorbimento maggiore. Non contengono carbonio, ma sono principalmente composti da azoto, potassio e fosforo.
- Fertilizzazione organica, effettuata con prodotti organici e naturali, come ad esempio il letame, gli scarti biologici o la cenere. Sono solitamente concimi di derivazione animale e vegetale, formati da composti organici del carbonio. Vengono assorbiti più lentamente, rispetto ai minerali, e contribuiscono a migliorare le proprietà fisiche, meccaniche e biologiche del terreno.
Metodologie di fertilizzazione
Anche le metodologie per fertilizzare il terreno sono di vario tipo, in base al tipo di fertilizzante che stiamo usando, ai risultati che vogliamo ottenere o al periodo in cui stiamo operando.
Fertilizzazione di fondo
Usata per arricchire gli strati più profondi del terreno, in preparazione del trapianto della pianta.
Di solito vengono utilizzati il fosforo e il potassio, elementi che tendono a restare in superficie sul terreno, e per questo è importante somministrarli direttamente sul fondo prima dell’impianto: non ci saranno, infatti, altre possibilità per far penetrare queste sostanze così in profondità.
Fertilizzazione di partenza
È un tipo di concimazione che viene effettuata soprattutto nel 2° anno dall’impianto ed è necessario a stimolare i processi produttivi della pianta.
Viene utilizzato soprattutto l’azoto, in misure maggiori da un anno all’altro (30-50 unità il primo, 120-150 unità il secondo anno).
Fertilizzazione di produzione
Azoto e potassio nel periodo di produzione della pianta diventano estremamente necessari e per questo vengono forniti maggiormente:
- 40-100 unità per ettaro di azoto l’anno
- 5-6 q/ha di solfato potassico o cloruro di potassio, all’anno.
Il magnesio potrebbe essere necessario, ma è conveniente attendere e somministrarlo a fine primavera e inizio estate, direttamente sulle foglie con concimi fogliari.
Fertilizzazione fogliare
È una concimazione che viene effettuata direttamente sulle foglie ed è utile a integrare l’apporto nutritivo, però solo in casi specifici, come ad esempio per prevenire il disseccamento del rachide o in casi di carenza di boro.
La fertirrigazione
Concludiamo questo piccolo paragrafo sugli esempi della fertilizzazione parlando di un metodo particolarmente innovativo.
In caso si disponga di un irrigatore a goccia, è possibile diluire il fertilizzante direttamente nell’acqua dell’impianto idrico, in questo modo le due risorse andranno a combinarsi subito e portare benefici immediati alla pianta.
La carenza di nutrizione
La fertilizzazione non è importante solo per apportare migliorie alla pianta, ma anche perché alcune carenze possono causare debilitazioni, problematiche o addirittura favorire l’insorgenza di malattie.
Fornire una buona fertilizzazione della vite è quindi necessario per preservare la sua salute, in quanto la carenza di alcune sostanze possono comportare situazioni tipo:
- Carenza di magnesio: può causare un ingiallimento delle foglie e un disseccamento del rachide del grappolo. Potassio e magnesio sono in competizione, la carenza di magnesio può essere quindi dovuta a un’eccessiva somministrazione di potassio.
- Carenza di potassio: arrossamento delle viti a uva rossa e ingiallimento delle foglie delle viti a uva bianca.
- Carenza di boro: può causare quella che viene chiamata “acinellatura”, ovvero gli acini non maturano e restano piccoli e verdi.
- Carenza di calcio: può causare clorosi Internervale o ferrica, una condizione che si manifesta con l’ingiallimento di porzioni di foglie, che diventano incapaci di effettuare la fotosintesi clorofilliana e vanno perciò in stato di sofferenza.
È importante, comunque, prestare attenzione anche all’eccesso di nutrizione, che può comportare a sua volta problemi nella vite. Un eccesso di azoto, ad esempio, può provocare un ritardo nel germogliamento e una maggiore esposizione alle malattie crittogamiche.
Per una buona produzione di vino è necessario prestare attenzione a ogni fase del ciclo vitale e biologico della pianta della vite.
Irrigazione, potatura ma anche la fertilizzazione ha la sua importanza, donando alla pianta sostanze nutritive utili alla sua crescita e alla sua buona salute.