Erysiphe necator: curare e prevenire lo oidio della vite

erysiphe necator

Immersi tra le foglie di vite, gli agricoltori diventano custodi di un’arte millenaria: ogni filare racconta la storia delle stagioni che si succedono, dei giorni di sole che accarezzano i grappoli ancora verdi e delle notti fresche che conferiscono ai chicchi il loro carattere unico. Ma proprio come per ogni pianta ci sono dei pericoli, come per esempio l’Erysiphe necator.

Il micete, responsabile dell’oidio della vite può essere trattato in diverse modalità: dalle soluzioni agronomiche con azioni come il diradare i nuovi germogli derivati dalle gemme pronte  a interventi durante la potatura fino alla somministrazione di prodotti specifici per la problematica. Scopriamo insieme nel dettaglio come proteggere le proprie viti dal contagio e cosa c’è da sapere su questo micete.  

Cos’è l’Erysiphe necator

L’Erysiphe necator è un fungo patogeno noto anche come oidio della vite: si tratta di un organismo microscopico appartenente alla famiglia degli Erysiphaceae. Questo micete è particolarmente dannoso per le piante di vite, che sono la fonte primaria per la produzione di uva e vino.

L’oidio è una malattia comune nei vigneti di tutto il mondo e può causare gravi danni alle viti se non viene gestito in modo adeguato: questo fungo si sviluppa sulla superficie delle foglie, dei germogli e dei grappoli dell’uva, riducendo la fotosintesi e compromettendo la salute generale della pianta. Gli attacchi di Erysiphe necator possono portare a una diminuzione della resa e della qualità del raccolto.

Ciclo biologico Erysiphe necator: la vite e il vino

Il ciclo biologico dell’Erysiphe necator è intricato e influenzato da diversi fattori ambientali: questo fungo patogeno si sviluppa attraverso diverse fasi, che comprendono la germinazione delle spore, l’infezione delle foglie e la formazione di nuove spore. La comprensione di queste fasi è essenziale per identificare i momenti critici in cui intervenire con misure preventive o curative.

Germinazione delle spore

Il processo inizia con la germinazione delle spore dell’Erysiphe necator sulla superficie delle foglie della vite: condizioni ambientali, come l’umidità e la temperatura, giocano un ruolo chiave in questa fase. È quindi importante prestare attenzione alla presenza di acqua sulle foglie che favorisce la formazione di miceti.

Infezione delle foglie

Una volta che i miceli hanno colonizzato la superficie delle foglie, l’Erysiphe necator penetra nelle cellule della pianta. Durante questo step l’infezione può portare a gravi danni e compromettere la salute complessiva della vite.

Formazione di nuove spore

Dopo l’infezione delle foglie, il fungo inizia a formare nuove spore che possono diffondersi attraverso il vento o altri mezzi, portando alla contaminazione di altre piante nelle vicinanze. È questo l’ultimo step che porta al completamento del ciclo biologico.

Le migliori pratiche per trattarlo

Per proteggere i vigneti dall’Erysiphe necator, è essenziale adottare misure preventive e curative. La gestione efficace di questo patogeno richiede una combinazione di pratiche agronomiche e l’uso di fungicidi appropriati.

Pratiche agronomiche

Come accennato ad inizio articolo, le pratiche agronomiche sono il primo supporto disponibile. Mantenere un ambiente viticolo sano è fondamentale per prevenire l’insorgenza dell’oidio della vite. Le best practice includono la gestione della densità di piantagione, la potatura adeguata e la corretta aerazione delle viti. Riducendo le condizioni favorevoli alla germinazione delle spore, è possibile limitare l’insorgenza dell’Erysiphe necator e quindi proteggere la propria coltivazione. 

Entrando nel dettaglio:

  • Potatura Adeguata. Può favorire la circolazione dell’aria attraverso il fogliame, riducendo le condizioni favorevoli allo sviluppo dell’oidio.
  • Gestione della densità della coltivazione. Ridurre la quantità di viti concentrate nella stessa zona può migliorare il benessere, creando un ambiente meno favorevole per l’Erysiphe necator.
  • Monitoraggio costante. Ispezionare regolarmente le foglie alla ricerca di segni di oidio consente di intervenire tempestivamente.

Fungicidi

L’uso mirato di fungicidi è altrettanto consigliato. La scelta del prodotto e il momento dell’applicazione sono cruciali per massimizzare l’efficacia e minimizzare l’impatto ambientale. Per prevenire la resistenza, è consigliabile alternare i tipi di prodotti utilizzati durante la stagione di crescita.

Zolfo in polvere

Un ottimo rimedio per trattarlo è l’applicazione preventiva dello zolfo in polvere, da utilizzare durante la tarda primavera e in concomitanza con la ripresa vegetativa. In questo caso si suggerisce un’applicazione di circa 15-20 kg di prodotto per ogni ettaro. 

Olio essenziale di arancio dolce

Perfetto come rimedio naturale, l’olio essenziale di arancio dolce agisce su due fronti. Da una parte è un ottimo insetticida, dall’altra funziona come fungicida naturale. Le sue proprietà sono note fin dai tempi antichi ed esiste in commercio proprio per risolvere questa problematica. 

Come capire se una pianta è stata contagiata?

Il sintomo più evidente dell’oidio è la comparsa di una muffa bianca sulla superficie delle foglie, dei grappoli e dei germogli: al primo sguardo può sembrare farinosa o polverosa. Le parti colpite possono mostrare decolorazione, diventando gialle, grigie o brune ma anche deformarsi e, nei casi più gravi, arrivano a cadere precocemente

Come distinguere oidio e peronospora

Entrambe sono malattie che hanno origini fungine e colpiscono la vite, proprio per queste caratteristiche in comune talvolta vengono erroneamente sovrapposte. In realtà si tratta di due problematiche differenti: l’oidio è causato dal fungo Erysiphe necator, si manifesta con una caratteristica muffa polverosa e bianca su foglie e germogli. 

A differenza dell’oidio, la peronospora si manifesta con chiazze di colore verde scuro o giallo sul lato superiore delle foglie, mentre sul lato inferiore si sviluppano spore di colore scuro. Una sostanziale opposizione è il tipo di clima che ne favorisce la comparsa: se la prima è una problematica strettamente collegata agli ambienti più secchi, la seconda è favorita da un’alta percentuale di umidità.

In sintesi

In conclusione, l’Erysiphe necator rappresenta un serio problema per le viti in quanto fungo responsabile dell’oidio, una malattia che compromette la crescita e la salute delle piante. 

Il ciclo vitale di questo patogeno inizia con la germinazione delle spore sulla superficie delle foglie, seguita dalla penetrazione delle strutture fungine all’interno dei tessuti vegetali; una volta stabilitosi, la malattia si sviluppa formando caratteristiche colonie di micelio bianco ostacolando la fotosintesi e compromettendo la vitalità della pianta.

Comprendere il ciclo biologico dell’Erysiphe necator è fondamentale per gestire con successo l’oidio della vite e adottare un approccio integrato, combinando pratiche agronomiche e l’uso di fungicidi, può contribuire a proteggere i vigneti e garantire una produzione di vino di qualità. Rimanere informati sulle nuove ricerche e sulle migliori pratiche è essenziale per affrontare sfide future legate a questo patogeno.

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