Dagli Assiri ai giorni d’oggi
La pulizia dei bicchieri ha una storia millenaria e documentata fin dai tempi degli Assiri (2500 a.C.). Antiche tecniche sono state tramandate e hanno attraversato il Medioevo, il Rinascimento e sono giunte fino agli inizi del XX secolo. Prima dei moderni detersivi si creavano delle miscele mischiando della cenere di legno o di carbone di legna con dell’acqua bollente.
Questa miscela prende il nome di ranno o lisciva, chiamata anticamente liscìa, che ha proprietà sgrassanti e sbiancanti. Grazie a queste sue caratteristiche veniva usata anche per le stoviglie e per lavare i panni.
Ai giorni d’oggi, fortunatamente, abbiamo strumenti e conoscenze sempre più innovativi e con gli accorgimenti giusti possiamo rendere i nostri calici splendenti. Nel mondo del vino non è sufficiente un bicchiere pulito: deve splendere e dev’essere perfetto.
La degustazione del vino potrebbe risultare inquinata se il bicchiere non è stato lavato, asciugato e brillantato adeguatamente. Vediamo in dettaglio quali sono i metodi migliori per ottenere una brillantezza perfetta.
Il prelavaggio e il lavaggio
Sia nel caso di un lavaggio tradizionale a mano o nella lavastoviglie, così come nel lavabicchieri, è sempre meglio effettuare un prelavaggio manuale. Nel calice, infatti, potrebbe esserci qualche residuo di rossetto o altri residui duri da eliminare. Con l’utilizzo della lavastoviglie è bene assicurarsi di sistemare i calici a testa in giù, ponendo particolare attenzione a non sbatterli e a non usare troppa forza, né cercare di incastrarli spingendoli.
Essendo fragili, vanno trattati con gentilezza per evitare che si possano graffiare o, ancor peggio, spaccare. Con il lavaggio manuale, invece, esistono svariati modi anche piuttosto tradizionali, come l’utilizzo dell’aceto, del limone o del bicarbonato. Per un lavaggio a mano è sufficiente usare acqua calda e del detersivo, possibilmente indossando dei guanti.
L’igiene del calice e la sua brillantezza fanno davvero la differenza durante l’assaggio ed è per questo che è importante avere dei calici splendenti.
La scelta del canovaccio ideale
Ancora prima dell’asciugatura, la scelta del canovaccio è uno dei fattori principali per ottenere una brillantezza e una lucentezza perfetta. I materiali ideali sono il cotone, la microfibra o ancor meglio l’ultramicrofibra e il lino. Se si dispone solamente di un canovaccio di cotone, è meglio assicurarsi che sia di un tessuto liscio in modo che non perda dei pelucchi. Persino il colore ha la sua importanza: un canovaccio blu può essere una buona scelta perché permette di individuarne con facilità eventuali residui dovuti all’asciugatura.
Per calici splendenti serve l’asciugatura perfetta
L’asciugatura pone le basi per la brillantatura e va effettuata con una cura scrupolosa. Si prende il canovaccio da un’estremità e si tiene il calice dal gambo. Con l’altra mano si afferra l’estremità opposta del canovaccio e con il pollice si spinge all’interno della pancia del calice. A questo punto si sfrega più volte con dei movimenti semicircolari e bisogna verificare controluce se sono presenti degli aloni, residui di rossetto o pelucchi.
È essenziale fare in modo che il calice non venga mai toccato con le mani nude durante questa fase perché potrebbero rimanere delle impronte o degli aloni indesiderati.
Un’altro aspetto altrettanto importante è che bisogna usare un canovaccio esclusivo per questo scopo. Non possiamo asciugarci le mani e successivamente usare lo stesso canovaccio per l’asciugatura del calice. Sarebbe un gesto poco igienico e non si otterrebbe neppure un buon risultato perché il canovaccio deve essere completamente asciutto e pulito.
Nel caso di un asciugatura per svariati bicchieri, per avere dei calici splendenti, è sempre meglio assicurarsi che il canovaccio non sia bagnato e averne qualcuno di scorta. Un panno bagnato può creare dell’attrito durante lo sfregamento e il calice potrebbe spaccarsi, creando anche delle ferite potenzialmente importanti.
Esistono svariati tipi di calici che presentano anche grosse differenze l’uno dall’altro ma la procedura di asciugatura è sempre la stessa. Se, per esempio, si asciuga un flûte, non è possibile infilare il pollice fino in fondo e bisogna fare attenzione spingendo il canovaccio per bene, in modo che venga asciugata ogni parte.
L’arte della brillantatura
Bisogna premettere che la fase della brillantatura ha una doppia utilità: oltre a rendere i calici splendenti li sterilizza e li rende perfettamente igienici. Per ottenere il calice brillante bisogna prima di tutto far bollire dell’acqua e versarla in una pentola o in un contenitore. Sfruttando il vapore rilasciato bisogna avvicinare il calice, rivolto verso il basso, e si creerà una patina.
A questo punto si prende un canovaccio asciutto e pulito e si ripete la stessa tecnica dell’asciugatura. Si controlla nuovamente controluce e, per i più scrupolosi, si ripete questa procedura due o tre volte fino a quando il calice splende di luce propria.
Questa fase si può effettuare anche con dei bicchieri già puliti in passato che vogliamo far brillare. Eventualmente si può sfruttare anche il vapore della lavastoviglie o del lavabicchieri. Una volta che abbiamo i nostri calici splendenti dobbiamo riporli con cura in un luogo sicuro e possibilmente privo di polvere. Tutte queste procedure si possono effettuare con qualsiasi tipo di bicchiere, indipendentemente che siano calici da vino o di altro tipo.
Tecniche popolari ancora utilizzate
Le tecniche ereditate dai nostri nonni e bisnonni sopravvivono ancora oggi e sono utilizzate da persone di tutto il mondo. L’uso dell’aceto, per esempio, è diffuso in tante culture diverse e viene usato persino in Giappone. Per far brillare i bicchieri utilizzando l’aceto è necessario prima lavarli in acqua calda utilizzando una spugna e del detersivo. Poi si riempie una bacinella, sempre con acqua calda, e si aggiunge una tazzina di aceto.
A questo punto bisogna immergere tutti i bicchieri e lasciarli in ammollo per vari minuti. Nel momento della scolatura è meglio assicurarsi che scolino per bene e vanno asciugati con un panno pulito, liscio e asciutto. Per fondere le tecniche popolari a quelle moderne e ottenere un risultato migliore, si potrebbero indossare dei guanti durante ognuna di queste fasi e asciugarli con un panno in microfribra.
Un’altra tecnica è quella del bicarbonato e viene utilizzata per ridare vita ai bicchieri opachi. Si versa dell’acqua calda in una bacinella capiente e si aggiungono circa cinque cucchiai di bicarbonato di sodio. Poi si immergono i bicchieri e si lasciano in ammollo per alcune ore in modo che il bicarbonato faccia il suo effetto. Si sciacquano con acqua fredda e anche in questo caso si asciugano con un panno di cotone liscio o con uno di microfibra.
Conservazione e tenuta della brillantezza
Per mantenere i calici splendenti e pronti all’uso è necessario conservarli nel modo giusto e rinnovare la brillantezza di tanto in tanto. Il luogo più classico è la cristalliera ma possiamo disporli anche in un normale mobile o in una rastrelliera, anche se in questo caso saranno esposti maggiormente alla polvere. La cristalliera, oltre a proteggere dalle fonti esterne, offre un vantaggio estetico perché ci permette di ammirare i calici senza bisogno di aprire gli sportelli.
La posa dei bicchieri è consigliabile con la base verso l’alto in modo da proteggerli da ogni granello di polvere ed è molto importante assicurarsi che siano completamente asciutti. Eventuali residui di vapore potrebbero causare delle muffe o dei cattivi odori. In ogni caso, in qualunque modo vengano conservati, è sempre meglio pulirli prima dell’uso per godere di una degustazione più salubre e migliore possibile.