Cenni storici
La storia del Cannonau si divide tra chi ritiene che sia un vitigno autoctono e chi invece lo ritiene importato dalla Spagna dove viene coltivata tutt’ora una specie assai simile dal nome Garnacha, simile peraltro al vitigno francese dal nome Grenache. La Sardegna è un’isola con vocazione vitivinicola e chi considera questo vino autoctono ne fa risalire le origini addirittura a civiltà remotissime prenuragiche basando le proprie ragioni su ritrovamenti archeologici che dimostrerebbero la fondatezza della tesi. Lo testimoniano ad esempio i vinaccioli ritrovati durante alcuni scavi archeologici nelle zone di Villanovaforru, Villanovafranca o di Nuraghe Arrubiu di Orroli. L’eccellenza del Cannonau e del Cannonau nieddu viene elogiata da tempo e tra le voci più autorevoli si annovera quella di Giuseppe Antonio Ottavi nel 1868, agronomo e divulgatore scientifico francese, o la celebre menzione errata di “Cannone” del primo scritto di ampelografia del conte Odart a pagina 349 della sua opera universale. Infine Leopoldo Incisa della Rocchetta, nella sua pubblicazione ampelografica di inizio Ottocento descrive tale vino nel seguente modo: “produce vino da bottiglie assai spiritoso, di molto pregio e di lunga conservazione”. La coltivazione del Cannonau nell’Isola è così importante che già nel 1972 vi è stato il riconoscimento della denominazione d’origine controllata del vino Cannonau di Sardegna.
Area di produzione
In Barbagia, dove la vite è da sempre coltivata, il Cannonau è il vitigno più diffuso. Quello di denominazione di origine controllata vede la produzione delle proprie uve nei comuni delle province di Nuovo e Ogliastra.
Il Cannonau occupa quasi il 30% della superficie vitata sarda e nel 2019 è stato coltivato su una superficie di circa 7500 ettari, di cui oltre il 70% nella Provincia di Nuoro. Il vitigno si distingue per resa di uva non molto alta tendente al raggiungimento di ottanta quintali per ettaro in media. L’uva Cannonau matura nella seconda metà di settembre e si protrae sino alla seconda metà di ottobre in funzione dell’estensione dei territori coltivati. Le aree geologiche di produzione sono caratterizzate da scisti, graniti, calcari mesozoici e terziari, trachiti, basalti e dune costiere. Tutte queste rocce madre danno origine a un’estesa gamma di terreni, dall’argilloso al sabbioso, tutti poveri di sostanza organica e quindi di azoto e per le condizioni climatiche locali, più o meno ricchi di potassio scambiabile e scarsamente dotati di fosforo scambiabile.
Caratteristiche organolettiche
Le caratteristiche organolettiche dei vini Cannonau, quindi, mutano a seconda del terreno sul quale vengono coltivati, ma conservano sempre una nota caratteristica che è propria ed essenziale di questa qualità. Ciascuna tipologia di Canonau che rientra nel novero di DOC ha delle caratteristiche organolettiche particolari.
Il Cannonau di Sardegna DOC presenta un odore gradevole e un sapore sapido caratteristico. Il Rosso, il Rosso Riserva e il Classico spaziano da un colore rosso rubino più o meno intenso a un granato con l’invecchiamento. Il Rosato possiede un colore rosa più o meno intenso, mentre i Cannonau Passito e Liquoroso, a differenza dei precedenti, presentano un odore intenso ed etereo e un sapore che procede dal secco al dolce, pieno ed armonico.
Disciplinare
La denominazione di origine controllata Cannonau di Sardegna è riservata ai vini delle seguenti tipologie: Cannonau di Sardegna Rosso e Rosato; Cannonau di Sardegna Rosso Riserva; Cannonau di Sardegna Passito; Cannonau di Sardegna Liquoroso; Cannonau di Sardegna Classico. La specificazione Classico è consentita per i vini delle provincie di Nuoro ed Ogliastra. Ai vini suddetti, nei limiti ed alle condizioni stabiliti dal disciplinare, sono altresì riservate le seguenti sottozone: Oliena o Nepente di Oliena, Capo Ferrato, Jerzu. I vini a denominazione di origine controllata Cannonau di Sardegna devono essere ottenuti dalle uve prodotte dai vigneti Cannonau per un minimo di 85%. Il Cannonau Classico prevede una composizione superiore del 90%. Possono concorrere alla composizione altri vitigni di uve a bacca nera, non aromatici e idonei alla coltivazione nella regione Sardegna. Questo vitigno è in genere coltivato ad alberello latino, anche se nei nuovi impianti può essere allevato in forme appoggiate più espanse.