Per chi ha passione per il vino uno dei sogni più comuni nascosti all’interno di un cassetto è rappresentato dall’impianto nuovo vigneto.
Non basta avere un terreno di per sé fertile e aver individuato il vitigno più adatto da far crescere, occorre prestare attenzione a diversi aspetti, incluso quello normativo. In questo approfondimento ci soffermiamo su entrambe le questioni, andando a vedere da dove cominciare.
Come comportarsi a livello normativo
Secondo quanto dichiarato dal Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, in seguito all’emanazione del regolamento UE n. 1308/2013, dal 1° gennaio 2016 è entrato in vigore un nuovo iter per quanto riguarda i permessi inerenti gli impianti viticoli.
Da tale data è prevista l’emanazione, una volta effettuata relativa richiesta, di autorizzazioni idonee all’impianto di vigneti di nuova fattura, per un totale di superficie coltivabile pari all’1% di quella nazionale.
Il numero di ettari complessivo per la concimazione di un nuovo impianto a vigneto viene aggiornato con circolare ad hoc di anno in anno. L’invio delle richieste è possibile unicamente in modalità telematica tramite il Sistema informativo agricolo nazionale (SIAN).
Cosa dice l’AGEA
Un ultimo aggiornamento è stato pubblicato sul sito dell’AGEA (Agenzia per le erogazioni in agricoltura), ovvero l’ente di riferimento a livello statale in Italia per quanto riguarda l’erogazione dei fondi concessi dall’UE nell’agricoltura.
Stando a quanto reso noto nella circolare n. 20042.2023 del 17 marzo 2023, viene ribadito il fatto che fino al 31 dicembre 2045 è possibile l’impianto di un nuovo vigneto o persino di due vigneti unicamente quando viene concessa l’autorizzazione, in linea con il dm 649010 del 19 dicembre 2022.
Vengono pertanto confermate le modalità di presentazione della domanda per via telematica, unitamente al fatto che le autorizzazioni non sono cedibili da un produttore a un altro, salvo particolari eccezioni.
La durata di ogni autorizzazione è triennale: fa riferimento la data di rilascio. Se la concessione interessa un impianto in cui è stata effettuata l’estirpazione la durata della stessa può essere superiore, pari a sei anni.
Impianto nuovo vigneto: le fasi
Le fasi per procedere all’impianto di un nuovo vigneto sono diverse e risultano precedute da una lavorazione finalizzata a permettere alla vite prima di tutto di attecchire, così da metterla nelle condizioni di crescere in maniera rigogliosa e duratura.
Le condizioni possono essere più o meno favorevoli a seconda della qualità del terreno e della sua composizione, elementi su cui è importante procedere con un’analisi approfondita, a livello sia chimico che fisico.
In questo modo è possibile capire sia se ci sono gli estremi favorevoli per poi procedere, sia individuare la concimazione più indicata, rilevando l’eventuale presenza di nematodi.
Essi non sono altro che parassiti di dimensioni estremamente ridotte che vanno a danneggiare le piante alle radici: combatterli è una priorità per chi si trova a installare un nuovo impianto.
Le fasi principali per l’impianto di un nuovo vigneto sono raggruppabili in due macro-categorie: preparazione e installazione. Vediamole entrambe nel dettaglio, tenendo presente che è comunque necessario attivarsi presentando domanda all’autorità competente.
Impianto nuovo vigneto: la preparazione del terreno
Gli step da compiere per creare le adeguate condizioni per l’impianto di un nuovo vigneto sono di base i seguenti:
- Estirpazione. Una fase che si rivela necessaria se nel terreno era già presente un vigneto, il quale va eliminato nella sua totalità sia per quanto riguarda le radici che gli elementi strutturali: fili, pali, accessori vari. Lo sradicamento delle radici è essenziale in quanto in questa parte potrebbero esserci funghi e tossine, potenzialmente letali per le nuove piante che si vanno poi a innestare.
- Lavorazione in profondità della superficie. Lo scasso del terreno, così è nota anche questa procedura, è necessario a fronte di una profondità da raggiungere tra gli 80 e i 120 cm. Lo scopo principale? Quello di ottimizzare il drenaggio e la porosità del terreno.
- Rimozione delle pietre di grosse dimensioni. Questo passaggio, detto spietramento, consente di creare terreni più lavorabili e omogenei.
- Concimazione del nuovo impianto a vigneto. Come abbiamo accennato, è essenziale effettuare un’analisi sia chimica che fisica del terreno. In questo modo si ottiene la sinergia ottimale tra vigneto e suolo, andando a intervenire sulle caratteristiche della terra per garantire lo sviluppo delle piante. Gli elementi in grado di fare la differenza in tal senso sono soprattutto fosforo, potassio e azoto.
Come procedere all’impianto di un nuovo vigneto
E arriviamo all’impianto vero e proprio del nuovo vigneto. Ecco gli step da seguire:
- Squadratura, ovvero definizione dei confini dell’impianto così da assicurare un allineamento ottimale tanto dei pali che delle piante. La distanza va concepita così da garantire l’area adeguata di manovra anche a livello manuale e per quanto riguarda l’uso di macchinari agricoli.
- Picchettamento, vengono definiti i punti in cui vanno posizionate le piante, conteggiando il numero di pali e barbatelle.
- Ancoraggio e posa dei pali. Per assicurare la stabilità al nuovo vitigno è necessario predisporre delle ancore. Il posizionamento dei pali, e relativi fili, avviene subito dopo, nelle aree individuate durante il picchettamento. Una distinzione necessaria è quella tra pali di testata e pali intermedi, disposti all’interno dei filari.
- Scelta dei fili e loro stesura. Fondamentale adoperare dei fili in metallo di alta qualità, così da avere la certezza di una maggiore robustezza nel nuovo impianto del vigneto. I fili vanno predisposti in tensionamento, congiungendosi tra loro: un’operazione lunga e delicata che può essere in parte automatizzata.
Conclusioni
Abbiamo visto come l’impianto di un nuovo vigneto sia di per sé qualcosa di alquanto complesso e che richiede conoscenze a tutto tondo in ambito enologico, in termini di competenze prettamente agricole ma anche aggiornate con le normative vigenti.
Aspetti che vanno di pari passo e comportano un impegno a lungo termine, per vedere i frutti del proprio lavoro e creare il proprio vino.
Quanto tempo ci vuole per creare una vigna ex novo? Dipende: almeno un anno di lavoro costante, senza mai perdere la pazienza davanti alle molteplici insidie che possono manifestarsi a ogni fase.
Ne vale la pena? Per chi ama il vino certamente, è una grande soddisfazione. A patto di avere un terreno adatto e di fare un’analisi preliminare, così da prevenire al massimo le difficoltà successive.