L’abbinamento vino con canederli, uno dei piatti più rinomati in Trentino e Sudtirolo, è qualcosa di molto speciale e che vede un contesto ambientale d’eccezione, caratterizzato dalla spiccata propensione a trattare con rispetto la natura e l’ambiente in generale.
Noti anche come knodel, questo il nome tedesco il cui significato è quello di nodo o grumo, i canederli rappresentano una pietanza corposa e nutriente, molto amata e consumata d’abitudine durante il periodo più freddo dell’anno.
Il vino è la bevanda ideale per quanto riguarda l’accostamento, a patto naturalmente di individuare la bottiglia giusta e di preparare i calici nel modo adeguato: questa la maniera migliore per percepire i profumi del vino scelto.
In questo approfondimento vi proponiamo alcune combinazioni capaci di riservare piacevoli sorprese al palato, molto più complesse nella loro concezione di quanto non possa apparire di primo acchito.
I canederli, infatti, vengono realizzati secondo molteplici versioni, a seconda degli ingredienti adoperati, della stagione e della procedura portata avanti dalla persona che sta dietro ai fornelli.
Canederli: un piatto tutto da scoprire
I knodel sono un piatto tipico della cucina contadina trentina. Si tratta di piccole polpette, altri li paragonano a degli gnocchi piuttosto grandi, il cui diametro si aggira intorno ai 5-8 centimetri.
Gli ingredienti che stanno alla base dell’impasto sono pane, uova, latte, farciti con l’aggiunta di speck o formaggio nonché verdure, a partire dalla cipolla abbrustolita. Vanno cotti in brodo di verdure o di carne per poi essere asciugati con del burro fuso.
Come abbiamo accennato, ogni valle, ma persino ogni famiglia, ha la sua ricetta. Oltre ai tradizionali a base formaggio e speck, si trovano anche in versioni con funghi, spinaci, carne di vitello, ma anche veg e persino dolci, come nel caso dei canederli con fragole o mele.
L’origine di questo piatto pare risalire al Duecento, come testimoniano gli affreschi rinvenuti nella cappella di Castel d’Appiano in cui è raffigurata una donna intenta nell’atto di mangiarli.
È diffuso nell’intero arco alpino e non mancano persino le produzioni semi-artigianali pronte da cuocere, disponibili presso i banchi alimentari di diversi negozi.
I canederli nascono come una ricetta della cucina povera, in cui non veniva buttato niente, soprattutto il pane raffermo, una risorsa molto preziosa. Venivano quindi prodotti in casa, con quanto disponibile al momento.
Come vengono serviti i canederli e l’abbinamento col vino
I canederli sono spesso serviti in brodo, vegetale o di carne. Rappresentano un primo piatto e talvolta persino un piatto unico, essendo completi e nutrienti dal punto di vista nutrizionale.
Possono essere inoltre proposti come antipasto o aperitivo, in questo caso in versioni più piccole vicine al finger food, oppure a fine pasto sotto forma di dessert.
A seconda del momento in cui vengono portati in tavola va scelto il vino da abbinare: non ci sono quindi regole precise, piuttosto diverse variabili. Si prestano, pertanto, sia i rossi che i bianchi, comprese le bollicine.
Il Trentino denota un’importante tradizione enologica, oltre che gastronomica, la quale sta conoscendo ulteriori e interessanti sviluppi negli ultimi anni. Merito di una regione con forti radici ancorate alla tradizione capace di portare ogni volta elementi nuovi, nel segno dell’innovazione.
Un fattore da non sottovalutare è la temperatura a cui vengono serviti i canederli, spesso importante, specialmente nelle stagioni fredde dell’anno e in presenza del brodo. Il calore elevato della pietanza tende a rendere più difficile distinguere il sentore del vino.
Meglio preparare i sensi, assaporando gli odori del vino, accostandosi con delicatezza al momento del pasto. Il vino è necessario presenti una gradazione alcolica non troppo elevata a fronte di una temperatura moderata: non troppo calda e nemmeno fredda.
Si riscopre così un ritmo più lento e dolce, meno frenetico: proprio come vuole la vita in montagna.
Canederli: l’abbinamento con vino rosso
I canederli si prestano a essere abbinati ai bianchi, ai rossi, ai rosati, alle bollicine persino.
La scelta più logica e intuitiva è quella di andare sulla produzione del territorio, ma non si tratta della sola via percorribile: sono diverse le varietà d’uva e le rispettive lavorazioni fuori dai confini regionali che consentono un accostamento impeccabile.
Particolarmente adatto si rivela la Schiava Vigne Vecchie Gschleier: una produzione di eccezione realizzata da una delle realtà più rinomate del Sud Tirolo, Girlan. Si tratta di viti che vantano dagli 80 agli oltre 100 anni d’età.
La preziosa bevanda viene fatta invecchiare in contenitori in acciaio inox. Il risultato finale è un vino rosso deciso e allo stesso tempo delicato, fresco come l’aria alpina, in cui non mancano percezioni balsamiche, estremamente raffinate.
Non meno valido un Santa Maddalena Classico DOC, prodotto con varietà Schiava e Lagrein. Si caratterizza per essere leggermente tannico, fresco al palato e leggiadro: per questo si sposa in maniera ottimale tanto con i canederli in brodo che con quelli a base di speck.
Uscendo dai confini trentini, altri vini rossi capaci di offrire un incontro foriero di emozioni quando si parla dell’abbinamento cibo, vino e canederli, sono il Chianti Classico e il Morellino di Scansano, più robusti e per questo accostati più per similitudine, nonché il Valpolicella Classico: soluzioni ideali per chi è alla ricerca di un gusto spiccatamente corposo.
Canederli: l’abbinamento con vino bianco e rosè
Partendo dall’abbinamento con il vino rosè, il primo che viene in mente è indubbiamente un Lagrein rosato locale, noto anche come Kretzer.
Denota un’acidità in grado di reggere il gusto importante dei canederli, con profumi che si intrecciano gli uni con gli altri in maniera armoniosa. È ottimo anche per la versione in brodo.
Se invece si vuole osare, è perfetto un Vermentino ligure come quello della Doc delle Cinque Terre: un bianco versatile, solitamente abbinato alle pietanze a base di pesce ma adatto, basta non servirlo troppo fresco, anche con i canederli.
Infine, non meno valido un altro abbinamento audace: quello con un Catarratto bianco dell’Etna. Il colore giallo paglierino, il profilo olfattivo delicato e gli aromi freschi e armonici lo rendono accostabile con maestria ai diversi tipi di canederli. Un’opzione che saprà stupirvi.
Vi proponiamo, come conclusione, alcuni abbinamenti dei canederli col vino con delle bollicine. Impossibile non citare il Trento Doc, sia bianco che rosè. Il suo profilo complesso e allo stesso tempo soave si presta tanto alle versioni dolci del piatto che a quelle salate. Un accostamento prezioso che non richiede altro che di essere gustato.
Molto buono infine un Moscato, ad esempio il Moscato Rosa di Hofstatter, il quale si caratterizza per un gusto che richiama la liquirizia e che ha quindi note tra l’amarognolo e il salato. Un vino dolce ma non troppo, mai eccessivo, proprio come i canederli.