In certi periodi dell’anno, come in estate, si ha voglia di bere qualcosa di fresco e dissetante, per contrastare il caldo e le alte temperature che ci accompagnano anche fino a tarda sera.
In occasione di una cena en plein air e un aperitivo estivo in terrazza, la cosa migliore da fare è proporre un menu leggero e composto da tanti finger food freschi e appetitosi; al massimo, si possono osare delle zuppe tiepide o del gaspacho fresco, da servire in accompagnamento a tartare di manzo e crudo di pesce.
Quali sono i migliori vini rossi da bere freddi da scegliere in abbinamento?
Proseguendo con la lettura scopriremo qual è l’uvaggio, le etichette e le cantine di vino rosso da servire a basse temperature, prendendo in esame le peculiarità di ciascun calice.
Scopriremo che anche il vino rosso può essere servito direttamente dal frigorifero, soprattutto se si tratta di una bollicina e di una versione frizzante.
In estate e quando fa caldo, non è necessario privarsi di un bel vino rosso deciso e di carattere, ma bisogna scegliere quello giusto.
Ecco, quindi, quali sono i vini rossi da tenere in fresco, e ovviamente gli abbinamenti culinari giusti: siete pronti per stappare una bottiglia di quelle buone e incorniciare una serata indimenticabile?
Rossi frizzanti ideali per l’estate e la bella stagione
Secondo il pensiero più diffuso, il vino rosso non va in frigorifero: questo è vero nella maggior parte dei casi, ma non del tutto.
In certi contesti, servire un calice di vino rosso freddo può rivelarsi un’idea vincente, soprattutto in una versione con bollicine come il Lambrusco.
Portavoce di quella voglia di vivere gioiosa tutta romagnola, questo vino frizzante è ottimo servito fresco, ancor meglio freddo, a una temperatura fra i 6° e gli 8°C. Un’altra particolarità di questo vino rosso frizzante è che non si abbina soltanto ai piatti di carne, ma in generale con tutte le pietanze più grasse e saporite, come pasta al pesto, salumi e formaggi stagionati, fettuccine al ragù bolognese.
Inoltre, è ottimo con piatti esotici e piccanti, come il pollo al curry, ma anche con il pesce crudo, con sushi, sashimi e tartare di tonno e spada.
Se avete in programma una cena in perfetto giappo style, e avete inserito anche brodetti di pesce dal sentore piccante, tenete in fresco una bottiglia di Lambrusco e la serata sarà un successo assicurato.
Un altro vino rosso frizzante che va servito freddo, è senza alcun dubbio il Bonarda, realizzato con uve nere autoctone dell’Oltrepò Pavese.
In questo caso, le temperature basse sono in grado di valorizzare il corredo organolettico del vino, soprattutto alcune note dure e un sentore molto aromatico.
Anche il Bonarda è un nettare che non si abbina necessariamente alla carne rossa, ma trova lo sposalizio perfetto con gli agnolotti ripieni di manzo, tipici della cucina piemontese, con torte salate e con formaggi stagionati.
In genere, un calice di Bonarda si serve a una temperatura di servizio fra i 16° e i 18°C, ma se si desidera consumarlo fresco, si può scendere fra gli 11° e i 12°C.
Le basse temperature sono in grado di enfatizzare anche i vini rossi fermi, come alcune varietà pugliesi ad alta gradazione, particolarmente liquorosi: sto parlando, ad esempio, dell’Aleatico di Puglia, del Salice Salentino, dello Syrah e del Gioia del Colle.
Si tratta di vini rossi dal sapore piuttosto dolce e dal corpo rotondo, con sentori di frutti rossi come ciliegie e more, uniti a fichi, caramello e agrumi.
Un vino di questa struttura, analogo a un passito, può essere servito fresco, a una temperatura fra gli 11° e i 12°, e accompagna in modo magistrale dolci al cioccolato e pasticceria, ma anche formaggi stagionati.
Perché conviene bere il vino rosso freddo?
Gustarsi un calice di vino rosso fresco, mangiando o semplicemente per un momento di relax e di meditazione, è un’esperienza molto piacevole; tuttavia, è bene ricordare che abbassare la temperatura di servizio non serve per contrastare la calura in estate, ma per valorizzare alcune note più dure del corredo aromatico.
Le basse temperature enfatizzano alcune caratteristiche come acidità, sapidità e tannino; al contrario, comprimono tutte quelle note dette morbide, come la dolcezza.
Proprio per questo motivo il vino Lambrusco va servito freddo, così da valorizzare l’effervescenza della bollicina e quella piacevole acidità di lunga persistenza al palato.
Un vino molto dolce, alcolico e fruttato, in estate viene penalizzato se servito fuori dal frigo, a temperatura ambiente. Secondo certe esperienze sensoriali, infatti, alcuni sentori di frutti di bosco, con le alte temperature, tendono ad assumere un retrogusto di “frutta cotta” per nulla piacevole.
Altri vini rossi fermi che trovano il loro sposalizio migliore con le basse temperature sono alcune etichette come la Lacrima di Moro D’Alba, la Freisa e il cosiddetto Grignolino del Monferrato.
Quest’ultimo vino rosso piemontese, nello specifico, si serve a una temperatura fra i 16° e i 18°C e si abbina molto bene con il fritto misto della cucina locale, a base di costolette d’agnello, fegato di vitello e salsiccia di maiale. È ottimo anche con la finanziera piemontese, a base di animelle di manzo, cervella e altre frattaglie.
La lista di vini rossi ideali con le basse temperature
Sintetizzando, proponiamo ora un elenco particolareggiato dei vini rossi che vanno serviti freschi, oltre a quelli già indicati nelle precedenti righe:
– Negramaro del Salento, perfetto con carne di cavallo, stracotti, costolette di agnello, polpette al sugo e selvaggina;
– Pinot Nero, vino dell’Italia Settentrionale, fra Trentino Alto Adige e Lombardia, ideale in abbinamento con carne di maiale e ricette con intingoli di agrumi, come l’anatra all’arancia;
– Frappato di Sicilia (Ragusa) trova il matrimonio perfetto con zuppe saporite di pesce e tartare di tonno e di pesce spada;
– Dolcetto d’Alba si abbina agli agnolotti, al coniglio al forno e al tipico bollito piemontese;
– Rossese di Dolceacqua ligure, ottimo con lepre in casseruola, pesto alla genovese, tordi con le olive, stufato di capra tipico di Imperia;
– Marzemino del Trentino Alto Adige, è speciale con la polenta e funghi, arrosti e brasati, pollame, baccalà e trota;
– Gutturnio, vino rosso emiliano, si sposa con i brasati di carne, gli arrosti, ma anche salumi, formaggi stagionati, funghi e tartufo nero pregiato;
– Schiava, vini rossi di Bolzano, si abbinano a meraviglia con i piatti tipici tirolesi come i canederli (in brodo e asciutti), con lo speck e le ricette ai funghi.
Si sconsigliano, invece, ricette troppo aromatiche;
– Fortana, vino rosso tipico del Delta del Po, si accompagna all’anguilla e alle zuppe di pesce. Soprattutto nella versione frizzante, è l’ideale con le portate grasse, con cibi ricchi e con i fritti.
Questi vini si servono in genere a una temperatura di servizio fra i 16° e i 18°C, quindi già piuttosto freschi.
Quali sono le caratteristiche generali dei vini rossi che si servono freddi?
I vini rossi che sviluppano sentori particolari se serviti freschi, hanno in comune delle caratteristiche particolari. Ecco cosa apprezzare e valutare quando si seleziona la bottiglia di vino per una cena d’estate: sono profumati, sono freschi, e con questo aggettivo si intendono i vini con una forte nota di acidità, sono vini giovani e non sono troppo strutturati (hanno pochi tannini), in genere sono quasi tutti effervescenti o amabili.
Una degustazione di vini rossi da servire freddi può rivelarsi un’esperienza inedita e intrigante.
Trovare l’etichetta ideale fra tutte quelle descritte sarà un gioco da ragazzi e, con una bollicina rossa direttamente dal frigo, la serata assumerà un guizzo, un brivido e quasi un… impeto di vino differente!