Origine del nome
La Vernaccia di San Gimignano è uno dei vitigni a bacca bianca più antichi presenti sul suolo italiano e, in particolare, toscano. Non è ancora ben chiara la sua origine iniziale, ma se ne ha notizia fin dalla seconda metà del ‘200, quando gli archivi comunali di San Gimignano ne riportavano le diciture facendo riferimento ai commerci che intercorrevano tra le nobili famiglie toscane.
Come per le altre Vernacce presenti sul territorio italiano, il suo nome potrebbe derivare dal comune di Vernazza, nelle Cinque Terre, dove questo vitigno veniva sicuramente portato per essere esportato attraverso la rete commerciale che si diramava dal porto ligure. Altri esperti fanno risalire il nome al vitigno di origine francese Grenache, ma di sicuro non è ancora ben chiara sia l’origine del nome che la sua prima coltivazione.
Storia
Le prime notizie certe che abbiamo riguardo questo vino risalgono ad alcuni documenti del 1276 in cui si legge che il comune di San Gimignano istituì una tassa sull’ingresso e l’uscita della Vernaccia dai suoi confini. Si trattava, già da allora, di un vino particolarmente apprezzato dai nobili soprattutto dalla famiglia Medici fino ad arrivare alla corte del Papa. Durante tutto il Rinascimento ne abbiamo notizia come il vino preferito da poeti e artisti, ad esempio Dante Alighieri e Giorgio Vasari, mentre nei secoli successivi sembra essere stato accantonato e in favore di altri vitigni, anche esteri. Solo durante il secolo scorso fu nuovamente portato in auge da coltivatori fedeli al territorio e alle tradizioni, oltre che da un sapore unico che, infatti, gli ha permesso di diventare nel 1966 il primo vino italiano ad ottenere la DOC.
Geografia del vitigno
Anche se il nome e la sua origine primaria sono ancora poco chiari, la Vernaccia di San Gimignano è uno di quei vitigni che, come pochi, si identifica pienamente con il territorio in cui viene prodotto. Buona parte della produzione di Vernaccia avviene, quindi, in Toscana e più precisamente, nella provincia di Siena, ma da qualche decennio a questa parte è stata avviata una buona e proficua produzione di Vernaccia – ovviamente con caratteristiche gustative, ampelografiche e organolettiche del tutto peculiari – anche in Sardegna, Umbria, Sicilia e Lazio.
La superficie nazionale coltivata con questo tipo di vitigno è pari a circa 510 ettari e il suo nome è stato ufficialmente registrato solo ne 1970.
Denominazioni
Nel 1966 la Vernaccia di San Gimignano è diventata il primo vino in Italia ad ottenere la Denominazione di Origine Controllata, qualità questa che rende bene l’idea di quanto questo vitigno sia qualitativamente importante e, soprattutto, quanto sia radicato nel territorio in cui cresce. Nel 1993, poi, ha conseguito la Denominazione di Origine Controllata e Garantita rimarcando ancora di più il suo primato tra i vitigni italiani e non solo.
Informazioni sulla produzione
La produzione della Vernaccia di San Gimignano è costante e sempre abbondante soprattutto se il vitigno cresce su terreni calcarei–argillosi o tufacei, inoltre riesce a resistere molto bene alle più comuni malattie e all’attacco di insetti.
Il disciplinare di produzione – e più precisamente quella della DOCG – impone che la Vernaccia di San Gimignano sia realizzata utilizzando solo uve provenienti dal territorio comunale di San Gimignano almeno per l’85%, mentre il restante 15% può contemplare la presenza di altri vitigni a bacca bianca non particolarmente aromatici e coltivati nella zona di Siena. Sono esclusi, quindi, Muller Turgau, Traminer, Moscato Bianco e Malvasia Istriana e di Candia. Com’è facile intuire, la zona di coltivazione è molto limitata e ciò concorre ad accrescere l’esclusività della Vernaccia.
È importante, inoltre, che la resa per ettaro non superi le 9 tonnellate e che la vinificazione avvenga all’interno del territorio di produzione. Inoltre, la gradazione alcolica minima deve essere pari al 10,5%, mentre nella tipologia Riserva può arrivare al 12%.
Caratteristiche ampeleografiche
Le più importanti caratteristiche ampelografiche della Vernaccia di San Gimignano sono la foglia che solitamente è di grandezza media, può crescere a forma pentagonale o circolare, ma è sempre caratterizzata da tre estremità separate dette lobi. Il grappolo è compatto e di grosse dimensioni, lungo e di forma prevalentemente piramidale. Non è insolito trovare, accanto al grappolo principale, anche un piccolo grappolo laterale. L’acino di dimensione media e sferoidale, ha un colore tendente al giallastro o all’ambrato quando esposto al sole. La buccia di medio spessore è rivestita da uno strato leggero di pruina, una sostanza cerosa che rende la sua superficie impermeabile.
Caratteristiche degustative del vino
Nel momento in cui viene servita la Vernaccia di San Gimignano mostra un colore giallo paglierino molto limpido e chiaro, mentre, se viene scelta per la degustazione una bottiglia invecchiata già da qualche anno, saranno prevalenti i riflessi dorati. Le note olfattive sono delicate e intense allo stesso tempo riportando alla mente odori di fiori e frutta bianca, mentre in fase di invecchiamento passano in primo piano le note aromatiche e quelle minerali ad esempio, la pietra focaia. Già dal primo assaggio dona al palato un sapore fresco e aromatico che, dopo breve, lascia spazio ad un retrogusto di mandorla.
In ogni caso, la struttura generale è morbida ed equilibrata tanto che la freschezza, la componente alcolica e la sapidità interagiscono perfettamente tra loro senza creare alcun contrasto.
Abbinamenti consigliati
Essendo un vino bianco, com’è facile intuire, la Vernaccia di San Gimignano riesce ad esaltare al meglio soprattutto i piatti di pesce, siano essi cotti o crudi, alla griglia o fritti. Può essere consumato sia durante un semplice aperitivo che nel corso di un corposo pranzo o di una cena, riuscirà sempre ad esaltare il palato con le sue qualità organolettiche. Negli ultimi anni ha avuto un grande utilizzo all’interno di menu classici mediterranei, anche se, c’è da dirlo, riesce a conquistare anche i palati più esigenti se servita con formaggi freschi o di media stagionatura, oppure con piatti tipici della tradizione culinaria toscana.