Il Pigato è un vitigno a bacca bianca originario della regione Liguria. Il suo nome deriva dal termine dialettale ligure piga o pigau, e dal latino picatum; nel primo caso si riferisce ai puntini di colorazione rugginosa presente sugli acini dei grappoli maturi di colore ambrato.
La sua produzione è tutt’ oggi presente nei territori savonesi, imperiale e genovesi. In tutte i territori dove è presente la coltivazione dei suoi vitigni prende il nome di Pigato, con eccezione di alcune zone di Albenga dove viene chiamato nella maniera inesatta di Rossese Bianco; molti invece confondono il Pigato con il Vermentino, in quanto presentano entrambi un DNA molto simile, ma i tempi diversi di maturazione e la sua caratteristica colorazione rugginosa lo distinguono nettamente, facendolo diventare un vino unico nel settore enologico d’ Italia.
Origini del Pigato
Le sue origine risalgono durante il periodo del Medioevo durante le prime colonie, quando dalla Grecia, precisamente dalla Tessaglia arriva in Liguria, grazie a dei greci che colonizzarono la Penisola.
Il primo vitigno fu impiantato nel 1830, da parte dell’ arciprete Gagliolo e messo sul mercato al prezzo di 300 lire intorno al 1950.
Ambientazione geografica del Pigato
La sua coltivazione è presente lungo la costa ligure e nell’ entroterra nel territorio geograficamente compreso tra Albenga e Imperia, dove si trova la sua qualità per eccellenza, la sua coltivazione si concentra soprattutto nella parte litorale e nella parte interna della zona preappenninica della Riviera ligure di Ponente, dove il Pigato assume un carattere armonioso, solare e ricco di aromi.
Il Pigato è un vino che sprigiona aromi e sapori differenti, a secondo dell’ area geografica di produzione, infatti, nell’ entroterra di Ranzo e di Arroscia dove le coltivazioni si sviluppano ad alte altitudini, non inferiori a 300 metri, con diversi gli sbalzi termici il Pigato assume una fresca profumazione. Mentre nei terreni calcari il Pigato assume un sapore raffinato, nelle terre ricche di minerali, come il ferro, si ottiene un Pigato dal sapore corposo e deciso.
Le bottiglie Pigato DOC
Il Pigato prodotto nella Riviera Ligure Di Ponente ha ottenuto la denominazione di vino DOC, diventando uno dei vini più prestigiosi della Liguria. I regolamenti delle denominazioni DOC ammettono, solamente, vini con caratteristiche specifiche, che si differenziano dagli altri vini il loro aspetto esterno, per il processo di lavorazione e per le sue proprietà organolettiche.
Tra le bottiglie prodotte con i vitigni Pigato spiccano: Pigato di Albenga Aimone, Riviera Ligure di Ponente Pigato, Pigato, Riviera Ligure di Ponente Pigato Majè, Riviera Ligure di Ponente Rossese, Riviera Ligure di Ponente Pigato le Russeghine.
Processi di coltivazione
La coltivazione del vino Pigato avviene in tutti i mesi dell’ anno, questo rende necessario un meccanismo accurato di potatura, per evitare che i grappoli siano soggetti alla colatura.
La sua struttura robusta lo difende dallo iodio e della peronospora, una malattia della vite, che si estende dalle foglie, che diventano frantumabili, fino a giungere ai grappoli, impedendo la maturazione degli acini.
Ampelografia della vite e caratteristiche del vino
La morfologia esterna del Pigato presenta foglie a forma di pentagono di grandezza media, il grappolo compatto di dimensioni medie presenta acini a forma sferoidale allungata, mentre la colorazione la buccia ha uno spessore medio di colore ambrato.
Il Pigato è un vino che ha delle alte capacità d’ invecchiamento, passati certi anni in cui è stato affinato in bottiglia assume infatti nuovi sapori di idrocarburi misto di note di pino marittimo.
Il Pigato si presenta come un vino dalla caratteristica colorazione giallo paglierino, con riflessi dorati e ambrati, le sue proprietà organolettiche regalano all’ olfatto note floreali e fruttate, con sapori pescati, mentre il gusto è armonioso dal sapore aggrumato, delicatamente equilibrato, con leggere note di mandorla tostata e miele.
Per garantire di ottenere la massima qualità del prodotto finito i viticoltori usano una quantità ridotta di pesticidi, per favorire un maggiore gusto del sapore dell’ uva.
Abbinamenti consigliati
Il suo gusto unico e inconfondibile rende il Pigato un vino ottimo da abbinare a diverse specialità culinarie, sia quando è ancora giovane, sia invecchiato, oltre ad essere ideale anche per accompagnare aperitivi.
Come vino ligure più importante il Pigato ancora giovane, non può non essere abbinato ad uno dei tradizionali piatti liguri, come la pasta al pesto, oltre a piatti a base di pesce, soprattutto; scampi, orate, branzini, e piatti particolari con pesce crudo, come caviale, oltre a frittate e torte di verdure e risotto ai funghi.
Mentre le bottiglie di Pigato più invecchiate sono ottime da degustare con portate di carni bianche e formaggi di media stagionatura e con piatti di pesce dalla preparazione più complessa e strutturata.
Si consiglia prima di aprire una bottiglia di Pigato di farle ottenere una temperatura di circa 8-10°C.