Ingiustamente definito come semplice variante della Corvina, questo vitigno è riuscito, solo recentemente, a ritagliarsi un posto autonomo tra le specie tipiche del Veneto.
Quando le sue peculiarità fenologiche vengono rispettate, la resa dell’uva del Corvinone può creare vini strutturati e corposi.
Origine del nome del Corvinone
Il Corvinone condivide, insieme alla Corvina, una inconsueta incertezza relativa all’orgine del suo nome.
A tal proposito, viticoltori, botanici e linguisti hanno avanzato alcune ipotesi, nessuna delle quali ha convinto in modo plenario la comunità degli esperti. Alcune di esse fanno naturalmente riferimento al colore nero corvino della bacca, mentre altre afferiscono alla forma lanceolata e nera del grappolo, che ricorda la piuma nera di un corvo. Meno probabile, invece, l’etimologia legata alla corba, la cesta in cui veniva trasportata l’uva.
Storia e origini del Corvinone
Nel rintracciare le origini di questo vitigno sussistono difficoltà oggettive, perlopiù legate a una confusione storica col ben più noto vitigno della Corvina.
L’erronea associazione si rintraccia già nel 1627, quando il medico veronese Alessandro Peccana, nel pubblicare i suoi Problemi del bever freddo, menzionava solo il famoso vitigno veronese. Nella stessa svista incorse anche l’abate veronese Bartolomeo Lorenzi che, in una poesia bucolica nella quale decantava le operazioni relative alla corretta agricoltura collinare, non distinse le caratteristiche ampelografiche della Corvina da quelle del Corvinone.
Nel 1824, il botanico Ciro Pollini, descrivendo il vitigno della Corvina, ne menzionò alcuni cloni, identificandoli come Corvina grande. Si trattava, in realtà, di un vitigno completamente diverso, che ha assunto la sua autonomia solo nel 1993, quando s’iscrisse il Corvinone come varietà a sé stante, con i suoi cloni. Oggi, si ritiene che questo vitigno a bacca nera sia autoctono del territorio veronese. Pertanto, appare desueta l’indicazione generica relativa alla famiglia di vitigni Corvine, precedentemente creata per dare conto delle differenze fenologiche e morfologiche dei due vitigni.
Geografia del Corvinone
La superficie vitata nazionale deputata all’allevamento del Corvinone è pari a 929 ettari. Diffuso in tutta la Valpolicella, il Corvinone attecchisce con difficoltà nelle zone pianeggianti mentre viene allevato con grande soddisfazione in collina, dove sfrutta il drenaggio delle acque piovane.
Denominazioni in cui è utilizzato il Corvinone
Il Corvinone è utilizzato con denominazione DOC nel Bardolino, nella Valpolicella e la sua variante Valpolicella Ripasso. Nel Bardolino è presente nella misura massima del 10%, mentre nella Valpolicella può giungere fino al 50%.
Il marchio DOCG spetta invece all’Amarone della Valpolicella, al Bardolino Superiore e al Recioto della Valpolicella, tutti rossi nei quali il Corvinone è protagonista.
Quattro, invece, sono i vini IGT in cui è presente il Corvinone. Si tratta della Vallagarina, il Delle Venezie e il Veneto e Verona IGT.
Informazioni e curiosità sulla produzione
Il germogliamento del Corvinone è tardivo e si manifesta tra la seconda e terza decade di aprile, mentre la maturazione avviene agli inizi di ottobre.
Come la Corvina, anche la vigoria del Corvinone è buona, quando non elevata e questo contribuisce a ottenere una produttività costante. La forma di allevamento prediletta da questo vitigno è la pergola veronese. Una tecnica tradizionale, quindi, che prevede il rinnovo annuale del tralcio e una potatura lunga. Queste accortezze sono necessarie, vista la scarsa fertilità delle gemme basali del tralcio. Il Corvinone risente particolarmente della peronospora e di alcuni parassiti fungigeni, come la botrytis, e dei batteri e lieviti che causano il marciume acido. Durante la fase di allevamento può essere attaccato dai tripidi, che possono essere anche difficili da individuare. Poco sensibile allo stress idrico, gli acini di Corvinone rifuggono dall’insolazione diretta, che può provocare scottature. Per questo vitigno sono note le affinità d’innesto Teleki-Kober 5BB, SO4, 420A e 1103P.
Caratteristiche ampelografiche del vitigno (foglia, grappolo, acino)
Allo stesso modo della Corvina, anche il Corvinone presenta un portamento semieretto. Rispetto alla varietà più nota, questo vitigno presenta una foglia di più grandi dimensioni.
La differenza sostanziale rispetto alla Corvina sta nella foglia, che nel Corvinone è di grandi dimensioni e ha una forma pentagonale e pentalobata, a denti allungati e con seno peziolare a V aperto. I seni laterali superiori delle foglie sono profondi e i bordi sovrapposti. Quelli inferiori, invece, sono a forma di U o V e poco profondi. La pagina inferiore è color verde chiaro e vellutata, mentre quella superiore è di un verde smeraldo e liscia. Il grappolo di Corvinone è medio-grande e compatto, di forma piramidale e sempre mono o bi-alato. Il peso oscilla tra i 400 e i 500 grammi ed è per questo che, ciascun grappolo di Corvinone, ha una resa media di vino pari a 300 grammi. Superiore, quindi, a quella della Corvina. L’acino è grande, ellissoideo, con buccia spessa e consistente, di colore blu scuro e pruinosa
Caratteristiche degustative del vino (visive, olfattive, gusto-olfattive)
Alla vista, il vino del Corvinone appare di un terso rosso rubino percorso da notevoli ed evidenti riflessi violacei. Lo spettro olfattivo offre note fruttate e fiorali legate da picchi balsamici vegetali. Possono spiccare anche note terziarie che, nella maggior parte dei casi, derivano dalla maturazione in botte. Vaniglia, liquirizia e cannelle, quindi, possono completare l’esame olfattivo. Al palato risulta caldo, fruttato e tannico, con una buona vena acida che, tuttavia, non compromette l’equilibrio del vino.
Abbinamenti tipici consigliati
Il Corvinone permette di avere un vino morbido ma con un’ottima struttura. Queste caratteristiche gli permettono di essere un buon alleato nella degustazione di salumi, primi piatti con condimenti a base di carne e carni alla griglia. Da non sottovalutare, poi, l’abbinamento con formaggi di media stagionatura. Eccellente, infine, se accompagnato con un Monte Veronese DOP, formaggio tipico della Valpolicella.