La denominazione di origine Sforzato di Valtellina (o Sfursat di Valtellina) DOCG è dedicata al vino rosso fermo omonimo, prodotto con uve Nebbiolo (localmente chiamato “Chiavennasca“) nel territorio posto in Valtellina, in provincia di Sondrio. Le origini della viticoltura in Valtellina sono molto lontane nel tempo e risalgono all’epoca romana se non addirittura pre-romana o longobarda. I primi abitatori della valle furono i Liguri a cui seguirono gli Etruschi, ed entrambi i popoli conoscevano la coltura della vite.
La vinificazione dello Sforzato di Valtellina DOCG si effettua a partire da uve sottoposte ad appassimento, la pigiatura delle uve potrà essere effettuata solo a partire dal 10 dicembre dell’anno di raccolta. Per lo Sforzato di Valtellina DOCG è previsto un periodo di affinamento minimo di venti mesi, dei quali almeno 12 in botti di legno. Lo Sforzato è dunque il risultato della vinificazione di uve lungamente appassite, che arrivano a perdere per disidratazione naturale fino al 30% del volume dell’acqua contenuta. Già la vendemmia deve essere seguita da una attenta cernita dei grappoli maturi (con circa 18%-20% di zuccheri), assolutamente sani e con acini ben divisi. Poi i grappoli vengono posti a riposo al freddo invernale per un periodo che a seconda dell’annata si può protrarre fino alla fine di gennaio o in casi particolari anche fino a febbraio/marzo. Gli acini concentrano i propri succhi fino al raggiungimento del 26% – 27% di concentrazione zuccherina. In epoche passate per l’appassimento si ricorreva a stuoie o strati di paglia collocati a terra in appositi stanzoni, per lo più il solaio della casa. Oggi si utilizzano graticci di canne sovrapponibili o in piccoli plateaux in locali asciutti e ben ventilati.
Il vino ottenuto, lo Sforzato di Valtellina DOCG, ha colore rosso rubino con eventuali riflessi granati. Al naso è intenso ed ampio, con sentori di frutti maturi. Al palato ha grande morbidezza, è asciutto, strutturato e di carattere, con eventuale percezione di legno.